Renzi durissimo alla Leopolda: «Ursula von der Leyen non deve essere rieletta. Meloni? Non so quanto durerà» – Il video

Per le europee il leader di Italia Viva sottolinea la sua apertura a una lista unitaria proposta da Più Europa: ecco cosa ha detto sul palco a Firenze

Durissimo Matteo Renzi contro la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo intervento conclusivo alla Leopolda a Firenze, il convegno politico ufficiale di Italia Viva. «Non deve essere rieletta», afferma perentorio il leader di Iv. «Chiederò di non votarla, ma di votare una leader e non una follower delle ideologie», aggiunge. Per poi tirare in ballo Alcide De Gasperi, il quale «diceva a proposito dell’Europa nel dopoguerra che è “necessario distruggere più che costruire”, per combattere “pusillanimità e rancore”. C’è una responsabilità – prosegue – anche in Italia nella scelta di von der Leyen. È la candidata che ha voluto Forza Italia e Antonio Tajani». Ed è proprio contro la visione di questi ultimi che si scaglia il leader di Italia Viva: «Hanno snaturato la visione europeista che in Berlusconi c’era e che oggi è diventata una visione da grigi burocratici quale è Antonio Tajani, e quale è Ursula von der Leyen». In prima fila ad ascoltarlo anche l’ex consigliera di Forza Italia, Francesca Pascale, la quale si è detta curiosa nei confronti di Matteo Renzi che considera l’unico leader in campo politico.


«Meloni educa alla rabbia e al vittimismo»

Sulle europee, Renzi sottolinea che Italia Viva è d’accordo con la lista unitaria, proposta da Più Europa. «Se c’è una richiesta da parte degli altri di fare un passo indietro da parte dei parlamentari in carica io ci sto, ma sia chiaro che noi da oggi siamo in partita per un risultato che serve non al nostro ego, ma all’Italia, all’Europa e al futuro dell’Europa. Se ci state noi ci siamo, altrimenti faremo da soli. Se qualcuno non se la sente se ne vada», incalza. Si lancia poi sulla politica interna e, dopo aver premesso massimo rispetto per la presidente del Consiglio in carica, commenta: «Non so fino a quando Giorgia Meloni sarà presidente del Consiglio, Metteo Salvini ci ha abituato a grandi emozioni». E aggiunge: «Il dato oggettivo è che dopo 18 mesi questo paese è più arrabbiato perché chi lo governa educa alla rabbia, all’intolleranza, al vittimismo. Quando ci sono parlamentari che viaggiano con le pistole la presidente del Consiglio ha il dovere di dire qualcosa. Le istituzioni vengono prima di Meloni o dei cognati d’Italia»


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