Oscar 2024, il discorso del regista Glazer contro «l’occupazione» di Gaza: «Olocausto manipolato» – Il video

Il discorso è stato pronunciato mentre il regista britannico ebreo accettava il premio al miglior lungometraggio internazionale per «La zona d’interesse»

Tra i momenti più forti degli Oscar 2024, c’è di certo il discorso di accettazione del premio per il miglior lungometraggio internazionale del regista Jonathan Glazer che con La zona d’interesse ha raccontato la vita domestica di un comandante nazista la cui casa è appena fuori dal campo di concentramento di Auschwitz. Il regista britannico ebreo non si è limitato a ringraziare i collaboratori, ma ha voluto anche leggere un discorso: «Tutte le nostre scelte sono state fatte per riflettere e confrontarci nel presente. Non per dire: ‘Guarda cosa hanno fatto allora’, ma piuttosto: ‘Guarda cosa facciamo adesso’. Il nostro film mostra dove le conseguenze più estreme della disumanizzazione. Ha plasmato tutto il nostro passato e presente», ha esordito.


Il discorso di Glazer

Glazer ha dichiarato di respingere «l’ebraicità e l’Olocausto che vengono manipolati da un’occupazione, che ha portato al conflitto per così tante persone innocenti». E ancora: «Che si tratti delle vittime del 7 ottobre in Israele o dell’attacco in corso a Gaza, tutte vittime di questa disumanizzazione, come possiamo far finta di niente?». L’appello di Glazer non è stata l’unica presa di posizione sul conflitto nel corso della serata.


Gli altri artisti vicini alla causa

Mentre fuori dal Dolby Theatre migliaia di manifestanti protestavano per il conflitto a Gaza, sul red carpet all’inizio dell’evento, alcuni invitati – tra cui la cantante Billie Eilish, o gli attori Ramy Youssef e Mark Ruffalo – indossavano spille rosse, a indicare la loro richiesta di cessate il fuoco. Lo scorso mese, durante i BAFTA Film Awards, anche il produttore del film di Glazer, James Wilson aveva parlato della guerra. Riferendosi ai muri che le persone costruiscono nella loro vita: «Quei muri non sono una novità prima, durante o dopo l’Olocausto. E sembra evidente in questo momento che dovremmo preoccuparci delle persone innocenti uccise a Gaza o nello Yemen nello stesso modo in cui pensiamo alle persone innocenti uccise a Mariupol o in Israele».

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