L’obbligo di docce con acqua potabile nelle spiagge italiane: «Rischiamo di restare a secco»

Il decreto legislativo 18/2023 obbliga i balneari. Ma c’è chi chiede un rinvio

Il decreto legislativo 18/2023 obbliga ad avere acqua potabile nelle spiagge italiane. E ora i balneari dovranno adeguarsi entro la prossima estate. Il provvedimento ha abrogato il decreto 31/2001, imponendo che l’acqua con cui si viene a contatto negli stabilimenti sia «destinata al consumo umano». Quindi potabile: e vale sia per le docce che per le piscine. Secondo Confesercenti l’obbligo di acqua potabile nelle spiagge, di cui parla oggi Il Messaggero, potrebbe mandare in tilt gli stabilimenti. «La conseguenza sarebbe un uso eccessivo dell’acqua in estate, con rischi di approvvigionamento», sostiene l’associazione datoriale. Mentre tra i balneari c’è chi non vuole sostenere eventuali investimenti per collegare i sistemi alla rete idrica. Specialmente oggi che incombe la Bolkenstein.


I balneari

Il quotidiano spiega che in Toscana le Asl hanno già cominciato a sollecitare i balneari ad adeguarsi. «Qui quasi tutti gli stabilimenti usano l’acqua dei pozzi», sostiene Carlo Ricci di Confartigianato Balneari. «Allacciarsi all’impianto idrico comporta lavori complessi e a Pasqua inizia la stagione», aggiunge. Secondo il rappresentante dei gestori una norma come questa potrebbe portare ad avere problemi in estate. Perché a restare a secco potrebbero essere le abitazioni private. «L’ideale sarebbe di rimandare tutto di un anno», propone Ricci. Mentre l’adeguamento entro l’estate, per lo meno in Toscana, non sarebbe richiesto a tutti. Anche in Sicilia e in Calabria l’acqua delle docce non è potabile. Anche se viene analizzata e depurata. E alcuni comuni vietano l’utilizzo dell’acqua potabile alle spiagge. Nessun problema invece in Emilia-Romagna, dove l’acqua delle docce è potabile da 50 anni. La stessa situazione nelle Marche.


Leggi anche: