Padova, coppia vive in auto con due bimbi. L’immunologa Viola li toglie dalla strada: «Ho comprato una casa per loro»

La scienziata ha reso pubblica la storia di Nadir e Asma dopo che Cgil, insieme a Caritas e Avvocati di strada si erano presi i meriti

Aveva deciso di tenere «la cosa assolutamente privata e riservata». Ma ieri, lunedì 11 marzo, l’immunologa Antonella Viola ha deciso di rendere pubblica la sua generosità. Protagonisti della storia (a lieto fine): Nadir e Asma, una coppia di tunisini con due bambini piccoli, costretta a vivere in macchina poiché nessuno, scrive il Corriere delle Sera, voleva affittare un’abitazione a causa della loro provenienza. Il Cas, che li aveva aiutati fino a quel momento, non poteva più sostenerli. Dopo l’appello dei due, una famiglia li ha ospitati per un mese e mezzo nel proprio appartamento, poi ha acquistato una casa e l’ha affidata alla coppia. Per una serie di polemiche, Nadir e Asma sono però tornati al punto di partenza. «Vengono dalla Tunisia, lui è un operaio edile, lei ha da poco trovato lavoro come cameriera. Sono usciti dal sistema di accoglienza perché Haddad ha firmato un contratto per una ditta dell’alto Padovano, eppure per mesi non sono riusciti a trovare una casa per loro e per i loro figlioletti. Hanno dormito anche in macchina. Davanti a un bar, così da poter scaldare l’acqua per il latte in polvere della più piccola. Poi la Fillea Cgil, insieme a Caritas e Avvocati di strada, è riuscita a trovare una soluzione», si legge nel post Facebook di Viola. «Bellissimo», scrive la scienziata. «Peccato, però, che sia tutto falso».


«Io e mio marito abbiamo tolto dalla strada la famiglia»

Ad aiutare, infatti, quella famiglia sono stati Antonella Viola e il marito. «Abbiamo tolto dalla strada la famiglia di Asma, portandoli dapprima in casa nostra, dove abbiamo convissuto per un mese, e poi comprando un appartamento che andasse bene per le loro esigenze per poterlo affittare ad un prezzo onesto. Non ho mai visto la Cigl, né la Caritas né alcuna altra associazione – continua Viola -. Ho speso tantissimo tempo nel girare di agenzia in agenzia per trovare una soluzione confortevole, rapida e alla portata delle mie risorse economiche. La situazione di questa famiglia l’abbiamo risolta io e mio marito, senza ricevere alcun aiuto. Ho voluto farlo in silenzio perché le cose importanti non si fanno per raccontarle ma per il loro valore. E mai ne avrei parlato se non avessi letto queste falsità. Assurdo speculare sul dolore. Assurdo prendersi meriti inesistenti», conclude. 


Il post di scuse

Dopo la pubblicazione del post di denuncia, i sindacati hanno corretto il tiro: «L’articolo era scritto male, lo abbiamo corretto, la professoressa Viola ha ragione: noi ci siamo interessati subito alla vicenda di Asma, ma lei si è mossa autonomamente, non abbiamo mai voluto sapere chi fossero i benefattori, abbiamo avuto oggettiva difficoltà anche noi a trovare loro una sistemazione perché nessuno voleva dar loro una casa – ha spiegato Barbara Schiavo, della Fillea Cgil – abbiamo fatto anche da filtro a tante richieste assurde di persone che volevano tenere i bambini della coppia, lasciando per strada i genitori». Anche l’immunologa ha fatto sapere sui suoi social di aver ricevuto «le scuse» da parte di Filea-Cgil. «Va bene così – sottolinea -. Da parte mia sono solo felice di aver dato una mano ad una famiglia nel momento del bisogno. Quindi buon lavoro a tutte le donne e gli uomini di buona volontà». 

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