Bari, il sindaco Decaro rivendica la guerra ai clan e ammette: «Anche io ho paura, la fascia tricolore non mi dà i superpoteri» – Il video

L’intervento a Piazzapulita del primo cittadino pugliese: «Non so se potevo fare di più ma ci ho messo tutto l’impegno»

«Ho fatto il massimo per fermare l’infiltrazione mafiosa? Non lo so se potevo fare di più, ci ho messo tutto l’impegno». Spiega le sue ragioni Antonio Decaro, il sindaco di Bari che ha fortemente criticato la scelta del ministro Piantedosi di inviare nel capoluogo pugliese una Commissione di accesso per verificare possibili infiltrazioni criminali nell’amministrazione e valutare lo scioglimento del comunale. La decisione è avvenuta dopo l’arresto di 130 persone in una inchiesta della Dda barese che ha svelato un presunto intreccio mafia-politica con scambio di voto alle Comunali del 2019. Il centrosinistra ha bollato l’iniziativa ministeriale come gravissima, suggerendo che si tratti di un tentativo per influenzare le elezioni comunali di giugno. «Ho fatto 18 denunce, ad esempio non ho fatto cantare il figlio del boss Parisi lo stesso che quando amministrava il centrodestra cantava a Capodanno», rivendica il primo cittadino in collegamento con Piazzapulita su La7, «mi sono costituito parte civile 19 volte». E ammette cosa ha significato prendere parte alle udienze, faccia a faccia con le persone che aveva invitato a denunciare.« Sono arrivato con la fascia tricolore all’interno dell’aula bunker di Bitonto e quando sono entrato mi son andato a sedere vicino al pm, visto che avevo invitato io gli imprenditori edili a denunciare il clan che faceva le estorsioni», ricorda Decaro, «tutti i membri del clan Parisi che erano stati arrestati battevano con il pugno sulle sbarre all’interno dell’aula. Non è stato semplicissimo. Anche io nella vita ho paura, non sono un supereroe e la fascia non mi dà i superpoteri». E aggiunge: «Mi ricorda però che ho giurato sulla Costituzione e quindi non posso girare la testa dall’altro lato, né abbassarla. Ma devo reagire perché sono il sindaco della città».


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