L’italiano assolto dall’accusa di stupro di un ragazzo dopo 5 anni di carcere in Irlanda

Il 31 maggio scorso la Corte penale centrale di Limerik ha assolto l’orafo «con verdetto unanime

Lorenzo Osmari è un orafo 58enne residente a Colleferro e un ex arbitro federale di karate. Viveva in Irlanda insieme alla compagna e i loro quattro figli. Il 28 dicembre 2016 un amico dei suoi figli lo ha denunciato per violenza sessuale. Lui ha scontato due anni e un mese di carcere in Irlanda. Poi il 31 maggio scorso la Corte penale centrale di Limerik lo ha assolto «con verdetto unanime». Ma ancora oggi non può rivedere la sua famiglia a causa di un divieto di avvicinamento all’appartamento dove abitano i figli e la ex compagna, a Nenagh, capoluogo della contea di Tipperary. «Una volta che si finisce in carcere, anche se poi viene dimostrata la propria innocenza, agli occhi degli altri si rimane sempre sporchi. Una macchia che nemmeno una sentenza di assoluzione lava via», dice oggi al Messaggero.


La storia

L’accusa nei suoi confronti «è stata completamente inventata», spiega al Messaggero. «Nonostante non ci fosse un certificato medico che comprovasse le lesioni derivanti dai presunti abusi e nonostante non sia stato trovato il mio dna sul corpo di quel ragazzo, mi hanno rinviato a giudizio», racconta. Secondo il ragazzo, Osmari lo aveva massaggiato nelle parti intime. Ma il barattolo di crema portato alla polizia era diverso da quello descritto nella denuncia. «Mi hanno arrestato sulla base di prove costruite a tavolino e delle parole di un giovane che ora fa l’attore. Avendo intuito che era disturbato, gli chiesi di non venire più a casa nostra. Quel 28 dicembre si presentò lo stesso e mi fece delle avances. Lo allontanai e gli dissi che avrei raccontato tutto a suo zio», ricorda l’orafo.


«Ti stacco la capoccia»

Osmari dice di aver detto al ragazzo: «Se ti avvicini di nuovo a mio figlio ti stacco la capoccia». Una frase che il giudice ha interpretato all’inizio come una minaccia di morte: «Temendo di essere scoperto, lui andò la sera stessa dalla polizia accusandomi di violenza sessuale. La mia famiglia gli ha creduto, è stata plagiata. Non vedo i miei figli da 5 anni, nonostante sia innocente». Ora non vede i suoi figli da cinque anni. «Ero certo che sarebbe stato archiviato tutto, invece la polizia emise un mandato di arresto internazionale e venni estradato in Irlanda. Dal primo settembre 2021 mi portarono nel carcere di Dublino, poi mi trasferirono in quello di Portlaoise. Ogni tanto tagliavano la gola o violentavano qualcuno in cella. Dopo tre giorni che non mi davano da mangiare, protestai e le guardie mi sbeffeggiarono: “Stai tranquillo italiano, ora arriva la pasta”. E a fianco al piatto trovai degli escrementi», racconta.

Lo yoga in galera e l’appartamento occupato da nigeriani

Osmari dice di aver pregato e fatto yoga in carcere. «Sono uscito di galera il 31 maggio 2023, dopo l’assoluzione. Non avevo soldi, né documenti processuali: sono stato 7 giorni a Dublino elemosinando qualcosa da mangiare. L’ambasciata si è rifiutata di accogliermi, e non mi ha procurato un avvocato o un biglietto per rientrare in Italia. A Colleferro ho ritrovato i miei appartamenti occupati da nigeriani, ai quali un uomo che si spacciava per me li aveva affittati. Il paradosso è che, risultando proprietario di quegli immobili, la Caritas non mi voleva dare nemmeno un piatto di fagioli», dice ancora. L’avvocato Alexandro Maria Tirelli, direttore dell’Alta scuola estradizioni, fa sapere che il suo assistito chiederà all’Irlanda il risarcimento per l’ingiusta detenzione.

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