Torino, il processo legato al Salone si chiude con cinque condanne. Assolto nel merito Piero Fassino

Assolta anche l’ex assessore regionale alla cultura Antonella Parigi

Il processo per le presunte irregolarità commesse nell’ambito della vecchia gestione del Salone del Libro ha portato oggi a cinque condanne, e dodici tra assoluzioni e proscioglimenti per prescrizione oggi a Torino. La vicenda giudiziaria nello specifico ruotava attorno a presunte turbative d’asta relative all’organizzazione dell’evento negli spazi del Lingotto, e ai falsi in bilancio relativi alla rendicontazione della Fondazione del Libro e della Musica. Nella lista degli imputati, ora assolti, figurava anche il nome di Piero Fassino, all’epoca sindaco del capoluogo piemontese. «Sono molto soddisfatto – ha commentato l’esponente del Pd -. Avevo ribadito l’assoluta correttezza del mio comportamento e la sentenza riconosce in modo netto e inequivocabile la mia innocenza e la mia estraneità a qualsiasi illecito. Una assoluzione tanto più evidente perché i magistrati avrebbero potuto semplicemente prendere atto della prescrizione. Invece hanno voluto esprimere un giudizio di merito che rende giustizia alla trasparenza e correttezza del mio operato».


L’ombra del sospetto

«Resta l’amarezza – ha aggiunto – di aver subito per quasi 15 anni l’ombra di un sospetto, quando fin dall’inizio era chiaro che non c’era nessun fatto che comprovasse le accuse infondate che mi venivano rivolte». L’ex sindaco di Torino doveva difendersi, come ricorda il Corriere, dall’accusa di turbativa d’asta per il bando di gara aggiudicato a Gl Event e relativo all’organizzazione del Salone del Libro del 2015 e per quello del triennio 2016-2018. Ma rispondeva anche di turbativa in relazione ai bandi predisposti nel marzo 2016, per garantire a Intesa SanPaolo l’ingresso tra i soci fondatori della Fondazione e una sponsorizzazione esclusiva del Salone. Assolta nel merito, come Fassino, anche l’ex assessore regionale alla cultura Antonella Parigi. «Una sentenza che dice ‘nonostante la prescrizione assolvo nel merito’ parla da sola», ha commentato il suo avvocato, Luigi Chiappero. Tra i cinque condannati figura invece Giovanna Milella, ex presidente della fondazione per il libro, alla quale è stato inflitto un anno di reclusione con la condizionale per una vicenda di falso ideologico.


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