Alisa Toaff, parla la giornalista che ha denunciato Rocco Siffredi per molestie: «Io vittima dell’odio social. Mi ha distrutta. Ecco come è andata»

La reporter ripercorre quanto accaduto da quando ha contattato l’ex pornoattore la prima volta alla gogna subita in questi giorni dopo che è stato rivelato il suo nome senza consenso

Non ci sta Alisa Toaff, la giornalista che ha accusato di molestie sessuali Rocco Siffredi, a subire la gogna scatenata dopo che è stato rivelato senza consenso il suo nome. «Questa storia mi sta distruggendo come donna, come madre e come professionista. Sono anche state pubblicate interviste mai rilasciate e adesso sono costretta a denunciare colleghi tra i quali c’è chi mi sta offendendo sui social, nonostante faccia questo mestiere da quasi un trentennio», racconta Toaff che ora ha deciso di metterci la faccia. «Non ho nulla da nascondere e tutto quello che vi sto dicendo è vero», afferma in un’intervista a la Repubblica. La reporter ripercorre nuovamente quanto accaduto: a dicembre 2023 contatta l’ex pornoattore per un’intervista in occasione dell’uscita della serie Supersex. Inizialmente gentile, racconta Toaff, Siffredi le dà appuntamento il 15 marzo all’hotel Parco dei principi di Roma.


«Dopo l’intervista ha iniziato a insultarmi»

«Dopo l’uscita dell’intervista mi ha bombardata di messaggi. Gli ultimi due sono stati i più pesanti. Uno è questo: “Ultimo messaggio, a te credo che ti manchi il c…o perché se una donna arriva ad essere così vuol dire che il c…o gli manca per davvero, ecco fatti una pausa, fatti una scorpacciata di c…i e imparerai ad essere una persona normale”», spiega a colloquio con Romina Marceca. Un atteggiamento molesto e sessista che la donna ha deciso di denunciare. «Fino a quando ci sono complimenti poco graditi, di solito ci passo sopra. Ma lui mi ha colpita nella mia dignità di donna, di giornalista, di professionista», prosegue la giornalista.


I messaggi molesti

La giornalista riporta gli altri messaggi che gli avrebbe scritto Siffredi una volta uscita l’intervista: «Uno dei primi è stato: “Non sei una giornalista, sei un’approfittatrice per vendere i tuoi articolini, gonfiati, dove ci metti tanto del tuo e appesantisci, sei talmente piena di voler appesantire che togli di qua perché te lo ha detto il direttore e aggiungi di là, vabbè buona vita woman”. Io rispondo che ero basita». Secondo la ricostruzione di Toaff lui ha continuato con una vera e propria «persecuzione» per poi alla fine scusarsi e tentare di rimangiarsi quanto già detto: «Alisa, lo so che penserai che sono pazzo, ma tanto già lo pensi. Ho appena letto tutta l’intervista e niente. Non c’è nulla di tutto quello che avevo in testa e che mi ero immaginato. Non lo so perché ho queste allucinazioni, che vedo tutto male. Probabilmente dai, non lo so, scusami. Non hai scritto nulla di sbagliato».

La gogna

Toaff lo ha denunciato, da qui la gogna: «In questi giorni ha dichiarato il falso e, fatto gravissimo, ha spinto i colleghi a mettere il mio nome». Quanto a possibili molestie fisiche, la giornalista chiarisce: «Non mi ha mai sfiorata. Insomma, non mi ha messo le mani addosso. Mi ha insultata e molestata verbalmente utilizzando il mio sesso per offendermi». Ora la donna è travolta dalla tempesta mediatica. «Sto molto male, soprattutto per le dichiarazioni uscite senza il mio benestare. L’unica intervista che volevo fare è con Repubblica. Alberto Dandolo mi ha sovraesposta e sarà denunciato», continua facendo riferimento al post Instagram con cui lui ha rivelato senza consenso il suo nome e cognome, con tanto di commento (poi cancellato) al fatto che lei avesse un cognome ebreo. «Siffredi lo ha anche ringraziato. Mi ha offeso, ha messo in mezzo le mie origini e la mia famiglia. C’è un’aggravante: quello di odio religioso. Anche lui mi ha molestata. Sono arrabbiata», conclude.

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