Dossieraggio, il comandante della Gdf: «Solo la procura antimafia poteva controllare cosa faceva Striano»

«Non stava al comandante della polizia valutaria delle fiamme gialle valutare il contenuto di quel lavoro», ha detto Andrea De Gennaro

Il comandante generale della Guardia di finanza, Andrea De Gennaro, è stato ascoltato questa mattina dalla commissione parlamentare Antimafia. E a deputati e senatori ha spiegato che il tenente Pasquale Striano, accusato di essere responsabile di una serie di accessi abusivi agli archivi informatici di antimafia e polizia valutaria, alcuni con l’obiettivo di raccogliere informazioni su politici o personaggi del calcio e dello spettacolo, aveva ampi margini di autonomia. Anche perché per tutto il periodo in cui ha lavorato alla Dia era formalmente un finanziere ma rispondeva direttamente alla Direzione antimafia. Stesso discorso quando è diventato poi il responsabile dell’ufficio Sos (segnalazioni di operazioni sospette) presso la Direzione nazionale antimafia. A ripetute domande, De Gennaro ha detto con chiarezza che solo il suo diretto superiore, alla Dna il sostituto Antonio Laudati o al massimo il procuratore nazionale Federico Cafiero De Raho, potevano controllare. E in ogni caso, era un controllo ex post: quando Striano faceva le ricerche digitali non c’era nessuna autorizzazione o verifica diretta, sui singoli passaggi, che in qualche caso non avvenivano neppure dagli uffici della Procura nazionale: «Fino al settembre 2022 chi operava presso la direzione nazionale antimafia non aveva né il vpn né il collegamento alla rete informatica, da settembre 2022 si sono assegnate le cosiddette saponette e da novembre 2023 c’è un collegamento in fibra sulla procura nazionale antimafia. Quindi i militari del gruppo Sos possono accedere alle banche dati fisicamente dalla procura nazionale, prima no. Perchè Striano facesse accessi da reparto Gdf? Semplicemente perché da un’altra parte non lo poteva fare». Ma, appunto, in ogni caso rispondeva solo alla procura: «Per una lunghissima parte della sua carriera pur essendo finanziere il tenente Striano, sempre stato nella Gdf e lo è ancora, non è stato impiegato quotidianamente in un reparto della Gdf ma in strutture differenti, da ultimo la procura nazionale antimafia. Chi è abilitato a verificare il contenuto del lavoro che gli è stato assegnato è evidentemente colui il quale gli ha assegnato quel lavoro, che non è il comandante del nucleo di polizia valutaria».


La promozione in Antimafia

Perché proprio Striano è stato assegnato all’ufficio Sos? «Striano è sembrato uno dei più adatti se non il più adatto per ricoprire quell’incarico, poi le cose sono andate diversamente». In ogni caso, «Non appena se ne avrà la possibilità in base alle norme vigenti, il tenente Striano sarà sottoposto ad una commissione disciplinare», ha aggiunto De Gennaro.


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