La sterzata di Salvini su «Macron guerrafondaio», così prova a correggere il tiro: «Non ce l’ho con lui. Io sovranista, non è una parolaccia»

La correzione del leader leghista, dopo l’attacco al presidente francese sull’ipotesi di inviare truppe Nato in Ucraina

Aveva definito Emmanuel Macron «un guerrafondaio» e un «pericolo per l’Ue». Ora, il ministro dei Trasporti e leader della Lega, Matteo Salvini, corregge il tiro, precisando di non avercela con il presidente francese. Ma «un’Europa che parla di mandare i suoi soldati al massacro fuori dai confini è contro i principi della Comunità europea quando dovremmo lavorare per difenderci dai terroristi islamici», ha sottolineato il ministro del governo Meloni alla scuola di formazione politica della Lega a Roma, riferendosi alle dichiarazioni di Macron di voler inviare truppe occidentali per aiutare l’esercito ucraino. Durante il suo intervento di ieri alla convention sovranista «The Wind of change», Salvini – dopo aver ringraziato Marine Le Pen, intervenuta in videocollegamento per dichiarargli il suo appoggio alle prossime europee – si era scagliato contro l’inquilino dell’Eliseo definendolo «un pericolo per il nostro Paese e per questo Continente – aveva detto dal palco della kermesse -. I problemi non sono la mamma e il papà, ma i guerrafondai come Macron. Non voglio lasciare ai miei figli un continente pronto a entrare nella terza guerra mondiale».


«Rivendico di essere sovranista, non è mica una parolaccia»

Per Salvini, inoltre, la kermesse di ieri, sabato 23 marzo, voluta dalla Lega a Roma «ha dato l’idea che facciamo parte di una squadra», ha sottolineato il ministro dei Trasporti rivendicando di essere sovranista perché «non è mica una parolaccia». Per il leader della Lega «a volte hai la sensazione che hai contro il mondo – ha sottolineato -, ma poi quando esci ti rendi conto che ci sono altri che hanno un’idea di mondo che assomiglia alla tua, perché il rischio è vivere in un microcosmo per cui ti consumi e arrivi a fine giornata stanco, magari incazzato e non vedi l’uscita». Per «auto-tutela», spiega ancora Salvini – «non ho letto i giornali, ma ho visto che la Ferrari ha vinto. Buon segno. È l’unico rosso che ci piace», ha, infine, ironizzato il segretario leghista.


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