Codice della strada, via libera alla Camera. Dal casco sui monopattini al freno agli autovelox: le novità

Il testo passa ora al Senato. Al suo interno multe più salate si accompagnano a una minore capacità di controllare chi supera i limiti e a diversi ostacoli alla mobilità attiva

Con 163 voti favorevoli e 107 voti contrari la Camera ha approvato il disegno di legge sul codice della strada. Il testo, che passa ora in esame al Senato, contiene una delega al governo per la scrittura del nuovo codice, oltre a disposizioni da approvare in sede parlamentare. Fortemente promosso dal ministro dei Trasporti delle Infrastrutture Matteo Salvini, il nuovo codice si pone l’obiettivo di ridurre il numero di vittime della strada che in Italia continuano ad essere maggiori rispetto agli altri grandi Paesi europei. Nel nostro Paese negli ultimi anni le vittime della strada sono state meno di 3 mila solo nel 2020 e nel 2021, per effetto della ridotta mobilità durante la pandemia. Si tratta di 56 morti in strada per milione di abitanti, contro i 26 della Gran Bretagna, i 34 della Germania e i 36 della Spagna. Il testo è stato fortemente contestato da esperti ed attivisti, che lo hanno soprannominato in alcuni casi Codice della Strage, accusando il provvedimento di rendere più difficili i controlli e quindi le sanzioni su chi supera i limiti di velocità.


Più rigore per chi sbaglia: le multe per chi guida con il telefono

«Il disegno di legge sulla sicurezza stradale – ha messo in evidenza Salvini – prevede più rigore per chi sbaglia, quindi ritiro della patente per chi guida ubriaco, drogato, per chi abbandona animali, per chi usa il telefonino». Il nuovo testo prevede multe salate per chi usa il cellulare alla guida, con la prima infrazione che verrà punita dovendo pagare 250 euro anziché 165. La somma può arrivare fino a mille euro con le aggravanti, a cui si aggiunge la sospensione della patente in caso di infrazioni successive, punite con multe fino a 1.400 euro, cifra che è stata ridotta rispetto a una prima versione del testo in cui arrivava a 1.700 euro. In ogni caso di infrazione per cellulare, la patente potrà essere sospesa per una settimana per chi ha 100 punti o più. I giorni diventano 15 per chi ha meno di 10 punti, e 30 per chi ha causato un incidente stando al telefono.


La guida in stato di ebbrezza e per i positivi agli stupefacenti

Chi viene beccato a guidare in stato di ebbrezza potrà essere multato fino a 4.300 euro, anziché i 3.200 precedenti. Inoltre, chi è già stato condannato e viene nuovamente beccato con un tasso alcolemico tra 0,5 e 1,5 dovrà rispettare lo 0 come nuovo limite e dovrà effettuare una visita medica per rinnovare la patente. Per questi soggetti aumentano di un terzo le pene per guida in stato di ebrezza e viene istituito l’obbligo di installare a proprie spese l’alcolock: un etilometro che impedisce all’auto di partire se chi vi soffia dentro non ha un tasso alcolemico pari a zero. Novità anche per le altre sostanze stupefacenti. Sarà sufficiente risultare positivi al test per venire multati, senza che debba esserci uno stato di alterazione comprovato. Per chi risulta positivo dovrà essere effettuata una nuova visita medica con la possibilità di sospensione della patente fino a tre anni.

La stretta sui monopattini e chi va troppo veloce

Incrementi delle pene arrivano anche per chi supera i limiti di velocità. La sanzione potrà arrivare a 1.084 euro, rispetto ai 680 euro massimi precedenti. La patente verrà sospesa fino a un mese in caso di recidiva entro l’anno. La sanzione può essere triplicata se la violazione avviene nei centri abitati. Sempre nei centri urbani, dato che questi mezzi perdono la facoltà di circolare altrove, c’è anche l’obbligo di targa, assicurazione e casco sui monopattini, coinvolti in incidenti che lo scorso anno hanno portato a 16 decessi, uno in più di quelli provocati dai mezzi agricoli. Chi non ha i documenti necessari potrà essere multato fino a 400 euro.

Meno autovelox

D’altro canto, il nuovo codice allenta la possibilità di controllare e prevenire gli eccessi di velocità, responsabili del 23% degli incidenti, che nel 94% dei casi coinvolgono veicoli a motore. La velocità dei veicoli a motore è anche un importante discriminante per la sopravvivenza di chi si trova coinvolto in un incidente. Quando avviene una collisione, un’auto che viaggia a 50 km/h uccide un pedone in otto casi su dieci, una che viaggia a 30 km/h uccide un pedone in due casi su dieci. Di ciò non si tiene conto nel nuovo codice, come spiegato dallo stesso Salvini: «Da genitore, più che da ministro la sicurezza è il primo punto all’attenzione del governo nel nuove codice della strada, ma l’ideologia di zone Ztl a 30 all’ora e autovelox piazzati in ogni dove solo per fare cassa non hanno nulla a che fare con la sicurezza».

Auto più potenti per i neopatentati

Vengono così alzati i limiti di potenza delle auto che possono essere guidate dai neopatentati. Si impedisce ai comuni di installare autovelox su tratti di strada non approvati dalla prefettura. I rilevatori di velocità non potranno essere installati nemmeno sulle strade urbane con un limite inferiore ai 50 km/h e su quelle extraurbane con un limite inferiore ai 70 km/h. Inoltre, laddove gli autovelox possono essere installati, non potranno essere comminate multe ripetute in un breve lasso di tempo. Il progetto di legge, infatti prevede di applicare una sola sanzione per violazioni reiterate avvenute nella stessa ora o su un tratto di strada di competenza dello stesso ente. Lo stesso si applica alle ZTL, consentendo, potenzialmente, a chi ne invade una di circolarvi per l’intera giornata ricevendo una sola multa.

Il freno su mobilità ciclabile e pedonale

Stretta anche sulla mobilità attiva. I comuni non potranno più istituire piste e corsie ciclabili, zone pedonali, ZTL e limiti inferiori ai 50 km/h fino alla diramazione di nuove linee guida del ministero che dovrà approvare ciascuna istanza dei comuni che perdono di fatto autonomia in materia. La parte in delega del testo conferisce poi al governo la facoltà di aumentare i limiti di velocità in alcuni tratti di strada, e di stabilire dove e come inserire posteggi gratuiti nei centri urbani. Per questi motivo, numerosi sindaci si sono appellati al dicastero affinché non venga loro tolta questa facoltà. Il sindaco di Milano Beppe Sala ha definito il nuovo testo «pericolosissimo» e un «errore clamoroso». A schierarsi contrari sono state anche le amministrazioni di Padova, Roma e Bologna.

La protesta dei familiari delle vittime

Le stesse perplessità sono state avanzate dai familiari delle vittime della strada e di migliaia di cittadini che hanno telefonato ai deputati durante i giorni durante la votazione degli articoli nell’ultima settimana. I partiti d’opposizione si sono fatti portavoce di queste istanze, proponendo emendamenti che sono stati quasi sempre bocciati dall’assemblea. Alla richiesta di spiegazioni, i deputati della maggioranza hanno risposto con il mutismo, anche su emendamenti richiesti a gran voce, come l’obbligo di sensori per gli angoli ciechi dei mezzi pesanti, responsabili di diverse vittime lo scorso anno, che non rientrano tra gli obblighi previsti nel nuovo testo.

Leggi anche: