Diga di Genova, l’Anac risponde a Salvini: «Non vogliamo bloccare l’opera, semmai salvare i finanziamenti del Pnrr»

Sull’opera regina del Pnrr una storia di irregolarità rilevate dall’organismo, di «problematiche» mai risolte, e di scontro, a suon di note, con il MIT

L’Anac risponde al ministro Matteo Salvini, precisando che le verifiche sulla Diga foranea di Genova e sulle «criticità emerse» vanno avanti «dal 2022, secondo le procedure previste dalla legge». E nel 2023 sono state segnalate alla struttura commissariale «le diverse irregolarità riscontrate e le indicazioni migliorative». Ed è la stazione appaltante ad aver contestato la competenza dell’Autorità invece di «risolvere in tempo le problematiche avanzate». L’Autorità «come sempre non agisce per bloccare, non avendone tra l’altro la facoltà o i poteri, ma per agevolare la realizzazione delle opere nel doveroso rispetto della legalità». Una risposta piccata quella della Autorità Nazionale anticorruzione che arriva dopo le parole di Salvini. «Sorprende lo stop dell’Anac: è come se pezzi di Stato remassero contro l’interesse nazionale», aveva dichiarato il ministro, attribuendo a non meglio precisate “fonti” del dicastero le critiche sulla diga. L’Anac ha puntato il dito sui rilievi fatti sull’opera-simbolo del Pnrr, il cui costo è di 1,3 miliardi di euro, e il primo lotto, da 863 milioni, è stato affidato al consorzio PerGenova Breakwater, capitanato da Webuild (ex Salini Impregilo). Pensata per dare una banchina alle navi commerciali di grandi dimensioni, in molti mettono in dubbio la sua funzionalità. Lo scorso luglio, secondo quanto costruito dal Fatto Quotidiano, L’Anac ha chiuso l’istruttoria confermando l’«omessa motivazione nell’utilizzo della procedura negoziata senza bando», il «mancato aggiornamento dei prezzi» e l’«alterazione delle condizioni» tra la prima procedura, deserta per i costi troppo alti, e quella successiva.


«Abbiamo formalizzato le contestazioni non per bloccare l’opera semmai per proteggere i finanziamenti Pnrr»

Oggi in una nota l’organismo anticorruzione ricorda che, dopo aver indicato alla Struttura commissariale le irregolarità, la stazione appaltante «ha ritenuto di concentrare la propria attività nella contestazione della competenza di Anac ad intervenire e nel difendere il proprio operato, senza adoperarsi per risolvere in tempo le problematiche evidenziate». Ecco perché, con la delibera del 20 marzo, le osservazioni sono state «formalizzate. Ancora una volta – sottolinea l’Anac – non con l’intento di fermare l’opera, il cui carattere strategico e fondamentale non viene messo in discussione ma, al contrario, proprio per scongiurare che tale importate realizzazione possa subire blocchi o ritardi in seguito, in ragione del mancato rispetto delle procedure di legge, ponendo anche a rischio i finanziamenti Pnrr». L’intento dell’Autorità non è infatti quello di «bloccare le opere, non avendone fra l’altro la facoltà o i poteri», ma «agevolare la realizzazione nel doveroso rispetto della legalità, delle regole di trasparenza e concorrenza, così da consentire che si intervenga in tempo, evitando quelle irregolarità che possono avere un impatto anche con riferimento all’erogazione dei finanziamenti dell’Unione europea». 


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