La foto del corpo di Shani Louk esibito dai miliziani di Hamas vince un premio giornalistico: dopo le polemiche, il padre difende la scelta

La scelta del Reynolds Journalism Institute dell’Università del Missouri ha generato molte polemiche: lo European Jewish Congress si è detto «scioccato e disgustato»

È stata scattata il 7 ottobre, nel giorno del massacro compiuto da Hamas in Israele, la foto premiata dal Reynolds Journalism Institute dell’Università del Missouri, uno dei più antichi concorsi di fotogiornalismo al mondo. Lo scatto, che si è aggiudicato la vittoria per la categoria Team Picture Story of the Year, ritrae il cadavere martoriato e seminudo di Shani Louk, una tatuatrice tedesco-israeliana di 23 anni, esibito dai terroristi di Hamas per le strade di Gaza. Una fotografia diventata uno dei simboli della violenza dell’attacco del 7 ottobre e in particolare della strage compiuta al rave Supernova, nel deserto del Nagev, dove 260 giovani – tra cui proprio Shani Louk – sono stati uccisi.


Chi è l’autore dello scatto

L’autore dello scatto premiato negli Stati Uniti è il palestinese Ali Mahmoud, fotografo dell’Associated Press. Ed è proprio la scelta di premiarlo che ha finito per suscitare polemiche contro il Reynolds Journalism Institute. Nei mesi scorsi, Mahmoud è stato accusato da Israele di essere stato pre-allertato dell’attacco del 7 ottobre compiuto da Hamas e di aver seguito i miliziani per documentare la strage compiuta sul suolo israeliano. Il fotografo palestinese, però, ha sempre respinto le accuse: «Mi hanno svegliato i colpi, ho trovato la breccia aperta, sono uscito», ha raccontato Mahmoud in seguito.


Le polemiche

L’annuncio del premio sui profili social del Reynold Journalism Institute ha suscitato non poche polemiche da parte della comunità ebraica. «Siamo disgustati e scioccati», ha commentato su X lo European Jewish Congress, che riunisce 42 diverse organizzazioni ebraiche del Vecchio Continente. «Non è solo una mancanza di rispetto nei confronti della famiglia di Louk – si legge nel post – ma anche nei confronti degli oltre 1.200 cittadini che sono stati brutalmente assassinati da Hamas il 7 ottobre». I centinaia di commenti di indignazione comparsi sui social hanno convinto i responsabili del premio di fotogiornalismo a rispondere. «Questa categoria – si legge sul sito del Reynold Journalism Institute – mira a riconoscere lo sforzo collaborativo di uno staff fotografico nel coprire un singolo evento. È una narrazione. Documentare le ultime notizie in tutto il mondo, non importa quanto orribili, è il nostro lavoro. Senza Ap e altre testate giornalistiche, il mondo non avrebbe saputo cosa stava succedendo il 7 ottobre».

La posizione del padre

A difendere la scelta della giuria dell’Università del Missouri è in realtà anche Nissim Louk, padre della 23enne uccisa da Hamas e ritratta nella foto. «Sono felice che lo scatto sia stato selezionato e premiato. È una delle immagini più importanti degli ultimi 50 anni», ha commentato l’uomo. Louk parla di un’immagine «capace di plasmare la memoria umana», che simboleggia non solo la tragedia del 7 ottobre ma un’intera epoca: «Tra 100 anni, chi le guarderà saprà cosa è successo qui. Tutti diranno immediatamente: “questa era Shani”».

Foto di copertina: EPA/Atef Safadi | Un veicolo in fiamme ad Ashkelon, in Israele, durante il bombardamento di Hamas del 7 ottobre 2023

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