Israele ritira i negoziatori dal Qatar, Netanyahu: «Assurde le richieste di Hamas, colpa anche della risoluzione Onu»

L’ufficio del premier sottolinea come non vi sia nessun interesse da parte di Hamas a trovare un accordo. Intanto l’autorità che governa la Striscia ha chiesto l’interruzione degli aiuti via aerea

«Israele non cederà alle deliranti richieste di Hamas». L’ufficio del primo ministro israeliano ha annunciato il ritiro della propria delegazione dai negoziati di Doha, in Qatar, dove si sta tentando un difficile compromesso per arrivare a un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza. Da settimane, mesi ormai, i negoziati proseguono senza sensibili passi in avanti, con Hamas che continua a chiedere una tregua immediata e permanente, e Israele che non ha intenzione di rinunciare ai suoi obiettivi militari e politici. Secondo il governo di Tel Aviv la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, che per la prima volta chiede il cessate il fuoco a Gaza e che è passata con l’astensione degli Stati Uniti, ha rafforzato la posizione di Hamas a detrimento del buon esito dei negoziati, incoraggiando le pretese dell’organizzazione islamista. È quanto ha dichiarato il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz, spiegando che la posizione delle Nazioni Unite ha lasciato intendere che la pressione internazionale verrà spostata tutta verso Israele. E ha ribadito poi l’ufficio del premier Benjamin Netanyahu: «La posizione di Hamas dimostra chiaramente il suo totale disinteresse per un accordo di negoziato e testimonia il danno arrecato dalla risoluzione del Consiglio di sicurezza». Nella nota, si sottolinea come Hamas abbia «rifiutato ancora la proposta di compromesso» avanzata dagli Stati Uniti e ha sostenuto nuovamente le sue «richieste estreme», ossia lo stop alle azioni militari, il ritiro completo dell’esercito italiano da Gaza e quindi il mantenimento dello status quo per quanto riguarda l’amministrazione della Striscia. «Hamas ha respinto le offerte degli Stati Uniti mentre celebrava il voto dell’Onu», mette in collegamento la presidenza, «Israele non risponderà alle deliranti richieste di Hamas. Proseguiremo e raggiungeremo i nostri obiettivi di guerra: distruggere le capacità militari e governative di Hamas, rilasciare tutti gli ostaggi e garantire che Gaza non costituisca una minaccia per il popolo israeliano in futuro». Fonti governative, riferisce Haaretz, hanno fatto sapere che non tutti i negoziatori israeliani sono stati richiamati da Doha e che una parte della delegazione è rimasta in Qatar: le trattative per un accordo «non sono crollate».


Aiuti a Gaza, Hamas: «Basta con i lanci aerei»

Mentre sul fronte della diplomazia prosegue lo stallo, le autorità di Hamas hanno chiesto l’apertura di nuovi percorsi terrestri per l’accesso degli aiuti umanitari via terra, e contestualmente la fine dei lanci aerei di container. Secondo le autorità che governano la Striscia, nelle ultime ore 12 palestinesi sono annegati in mare tentando di recuperare degli aiuti lanciati dagli aerei e caduti in mare. E altre sei persone sono morte nel corso di incidenti legati all’arrivo degli aiuti con il paracadute. Sempre Hamas, attraverso il capo dell’ufficio politico Ismail Haniyeh, ha sottolineato come la risoluzione Onu isoli Israele e la allontani dal sostegno internazionale. «Nonostante la risoluzione sia arrivata tardi e ci potrebbero essere delle lacune da colmare, la risoluzione stessa indica che l’occupazione di Israele sta subendo un isolamento politico senza precedenti», ha dichiarato durante la conferenza stampa a Teheran, come riportato da un canale televisivo vicino ai dissidenti iraniani all’estero.


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