Alessandro Orsini e la querela della Comunità ebraica: «Ritiratela e parliamone»

Il professore: io da sempre contro l’antisemitismo, vorrei una riconciliazione

Il professor Alessandro Orsini è stato querelato dalla Comunità ebraica di Roma insieme a Chef Rubio per i suoi tweet su Israele e Hamas. Nella denuncia presentata a piazzale Clodio si accusano i due di diffamazione e di «plurime e reiterate condotte integranti i reati di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa». Il rappresentante legale della comunità Victor Fadlun, con l’avvocato Roberto De Vita, ha anche chiesto alla polizia postale di rimuovere contenuti da Facebook, X e YouTube. E di chiudere i loro profili. Il docente chiede oggi in uno scritto pubblicato sul Fatto Quotidiano di ritirare la querela. Premettendo di non essere «minimamente spaventato» dall’azione legale.


«Io contro l’antisemitismo»

Orsini dice infatti di aver dedicato la sua vita «a combattere contro l’antisemitismo e contro tutte le forme di razzismo». E aggiunge che il fatto che non sia spaventato è provato «dalla mia decisione di ripubblicare su X tutti i messaggi per i quali sono stato querelato». Ma chiede lo stesso di ritirare la querela. Offrendo in cambio di «organizzare un dibattito, possibilmente all’università, con le persone che mi hanno querelato per dialogare con loro. Nel tentativo di trovare un punto d’incontro. Le regole del dibattito, la sede e il moderatore, verrebbero decisi di comune accordo». I motivi di questa richiesta, spiega Orsini, sono tre. Il primo è la riconciliazione. «Come ho scritto in un mio post su X in tempi non sospetti, difenderei persino Netanyahu se fosse invitato a parlare nelle università italiane», spiega.


I tre motivi

Il secondo motivo, fa sapere il prof, è «la promozione del dialogo democratico tra parti contrapposte». Il terzo è «è fare questo primo passo per organizzare in futuro un incontro tra studenti pro-Palestina e studenti pro-Israele per sostituire lo scontro di piazza con l’incontro nell’università». Ci riuscirà?

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