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Damasco, Israele alza il tiro: distrutto il consolato dell’Iran. «Molte vittime, anche un comandante». Teheran: «Reagiremo duramente» – Il video

Foto e video mostrano l’edifico raso al suolo e auto carbonizzate. Testimoni: «C’erano i ministri degli Esteri di Siria e Iran». Nessun commento da parte di Israele

Una nuova potente esplosione ha scosso oggi il quartiere Mezzeh di Damasco, capitale della Siria. Immagini e video pubblicate sui social mostrano almeno un edificio completamente distrutto e diverse macchine carbonizzate. L’ipotesi è che si tratti di un nuovo attacco di Israele, che da anni colpisce con operazioni «coperte» obiettivi legati all’Iran. Il regime di Teheran muove da tempo in Siria, stretto alleato, uomini e armi proprio in chiave anti-Israele, soprattutto tramite il corpo delle Guardie Rivoluzionarie. I media iraniani e siriani non hanno dubbi: a colpire è stato Israele e l’edificio finito in macere sarebbe il consolato di Teheran a Damasco, insieme forse anche con la residenza dell’ambasciatore. «Erano edifici appartenenti all’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran, avevano la bandiera», assicura il sito iraniano Students News Network (Snn), ripreso da Reuters. Nessun commento fin qui, come da prassi, dall’esercito o dal governo di Gerusalemme. A parlare è invece il ministro della Difesa siriano, secondo cui l’attacco avrebbe causato «molti morti e feriti».


Le vittime dell’attacco: chi, come, quante

Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdh), ong con sede nel Regno Unito, i morti sarebbero almeno otto. L’agenzia di stampa iraniana Tasnim riferiva poco prima di un bilancio di almeno sei vittime. Secondo Al-Arabiya, in ogni caso, tra queste ci sarebbe anche un comandante di alto livello delle Guardie Rivoluzionarie di Teheran, individuato come Mohammad Reza Zahedi. Informazione questa confermata da fonti di sicurezza alla Reuters. L’Osservatorio siriano dei diritti umani aggiunge che oltre a Zahedi sarebbero stati uccisi altri cinque membri delle Guardie Rivoluzionarie, insieme con altri due “consiglieri”. Le tv iraniane riferiscono di diversi diplomatici iraniani uccisi. Mentre testimoni sul posto riferiscono a Reuters di aver visto sul posto i ministri degli Esteri sia dell’Iran che della Siria. Possibile che fossero loro gli obiettivi? Oppure che Israele abbia voluto mandare un messaggio potente nel giorno di uno dei loro incontri vis-à-vis? L’ambasciatore iraniano a Damasco Hossein Akbari e la sua famiglia sarebbero in ogni caso rimasti illesi, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Nour. Non è chiaro al momento se la potente deflagrazione sia stata causato da un attacco aereo o da una bomba piazzata direttamente in loco o nelle vicinanze dell’edificio ridotto in macerie.


La reazione di Teheran

Proprio Akbari, ambasciatore iraniano a Damasco, è il primo rappresentante ufficiale di Teheran a reagire ufficialmente all’attacco attribuito a Israele. «La risposta di Teheran sarà dura», ha detto l’alto diplomatico, citato dai media iraniani. «Dopo aver rimosso le macerie del palazzo distrutto sarà reso noto il numero esatto delle vittime», ha aggiunto.

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