Attacco israeliano contro Hezbollah ad Aleppo, la minaccia da Mosca: «Rischio conseguenze pericolose»

Il ministro della Difesa, Yoav Gallant, ha fatto sapere che «Israele colpirà i terroristi ovunque si trovino: Beirut, Baalbek, Tiro, Sidone e per tutta la lunghezza del confine e in posti più lontani, come Damasco». La dura reazione dal Cremlino

Israele colpirà Hezbollah «ovunque si trovi: Beirut, Baalbek, Tiro, Sidone e per tutta la lunghezza del confine e in posti più lontani, come Damasco». Lo ha confermato il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, in un incontro al Comando nord dell’esercito. Oggi, venerdì 29 marzo, l’Idf ha colpito nell’area di Aleppo, in Sira. Secondo un’organizzazione non governativa locale, i morti sarebbero 42, tra cui un alto comandante dell’organizzazione paramilitare islamica. Notizia, questa, confermata dalla stessa Hezbollah libanese che ha infatti annunciato l’uccisione di tre comandanti. Uno di questi, Ahmad Shahimi, è indicato – stando alle informazioni riportate da fonti giornalistiche locali e non da Hezbollah – come un anziano comandante, responsabile del collegamento logistico tra l’area di Aleppo e il Libano.


In risposta al raid israeliano in Siria, il movimento armato ha fatto saper di aver lanciato missili Burkan contro la base militare israeliana in Alta Galilea. La tv al Manar – del gruppo terroristico alleato di Hamas e dell’Iran – ha affermato di aver colpito la base di Biranit, sede della 91ma divisione dell’esercito di Israele a ridosso della linea del fronte, poco distante dal villaggio cristiano libanese di Rameish. L’attacco israeliano vicino ad Aleppo è stato definito da Mosca «Inaccettabile». Per la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, citata dall’agenzia Ria Novosti, «tali azioni aggressive contro la Siria costituiscono un’aperta violazione della sovranità di questo Paese e delle norme fondamentali della legge internazionale», e possono portare a «conseguenze estremamente pericolose», ha concluso.


L’attacco su più fronti

L’artiglieria israeliana ha inoltre sparato colpi contro la cittadina di Shebaa, nel sud del Libano. A riferirlo sono stati i media libanesi, mostrando immagini delle colonne di fumo che si levano dalla zona, nel settore orientale della linea di demarcazione tra i due Paesi. Nel raid d’Israele nell’area di Bazouriye in Libano è stato ucciso – sottolinea l’Idf – “Ali Abed Akhsan Naim”, vicecomandante dell’unità «che si occupa del lancio di razzi di Hezbollah», ha detto il portavoce militare. L’uomo «era considerato una significativa fonte di conoscenza per l’organizzazione terroristica e leader nel campo dei razzi – ha affermato -. Ed era anche uno dei leader per il lancio dei razzi a testata pesante e responsabile della conduzione e della pianificazione di attacchi contro civili israeliani». Anche Hezbollah ha confermato la morte di una sua unità, definendolo però semplicemente «combattente». In mattinata l’organizzazione paramilitare islamica sciita del Libano aveva rivendicato il lancio di razzi contro postazioni militari israeliane nella zona delle Fattorie di Shebaa, l’area contesa tra Libano, Siria e Israele.

Foto copertina: ANSA/ISRAEL DEFENSE FORCES | Soldato israeliano

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