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Libano, raid su convoglio Onu: feriti quattro osservatori. Israele respinge le accuse: «Non siamo stati noi»

Secondo le forze di sicurezza libanesi, un drone israeliano ha seguito il convoglio e poi ha colpito, ma l’Idf smentisce

Un convoglio con funzionari delle Nazioni Unite è stato colpito questa mattina, sabato 30 marzo, nel sud del Libano, a ridosso della linea blu di demarcazione con Israele, nei pressi di Rmeish. Beirut e Tel Aviv si sono rimpallati le responsabilità. Fonti di sicurezza libanesi, sentite dall’Ansa, riferiscono che a colpire il convoglio sia stato un drone israeliano. Il dispositivo avrebbe seguito per un tratto i due fuoristrada, con chiara insegne Onu per renderli riconoscibili. Gli osservatori sarebbero usciti brevemente dalle vetture nella zona di Rmeish. A quel punto il drone avrebbe scaricato su di loro un missile e i funzionari, sentendo il ronzio dell’apparecchio, sarebbero rientrati precipitosamente in auto. Diversi i feriti tra il personale Onu rimasto coinvolto nell’esplosione: si tratterebbe di osservatori di nazionalità cilena, australiana e norvegese, e di un traduttore libanese che viaggiava con loro. Non ci sarebbero feriti di nazionalità italiana. Uno dei feriti è stato trasportato d’urgenza in elicottero all’Ospedale Saint George di Beirut. L’esercito israeliano, in una nota, ha smentito categoricamente la propria responsabilità: «Contrariamente a quanto riportato, questa mattina l’IDF non ha colpito mezzi Unifil – la forza militare di interposizione in LIbano della missione Onu – nella zona di Rmeish». Al momento non è stato possibile identificare la fonte dei colpi, se da Israele o dal lato libanese.


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