Roma, l’emergenza polveri del Sahara: «Ecco come evitarle»

Il picco del Pm10 nella Capitale. E i rischi per bambini e anziani

L’emergenza polveri del Sahara a Roma non passa. Lo smog sarà oltre i livelli di guardia fino a venerdì 5 aprile secondo Arpa Lazio. E il picco assoluto arriverà oggi. Il dato del Pm10 è a 113 microgrammi per metro cubo, ovvero più del doppio rispetto alla soglia dei 50. Per domani (112) e dopodomani (106) l’allarme continua. Mentre il sistema di rilevazione «Near real time» sul sito dell’agenzia della Regione è in tilt, forse ingolfato di dati sulle anomalie di queste ore, risulta «temporaneamente non disponibile». Ma il problema più impellente è la sabbia proveniente dal Sahara. Luca Richeldi, ordinario di Pneumologia all’Università Cattolica e direttore di Pneumologia al Gemelli, dice che la sabbia è meno pericolosa del Pm10, ma i bambini sono più a rischio.


La cappa

Il Campidoglio potrebbe intervenire sui trasporti dopo l’ordinanza che raccomanda «per bambini, donne in gravidanza, persone anziane, cardiopatici e, più in generale, soggetti con patologie respiratorie» di «non esporsi prolungatamente alle alte concentrazioni di inquinanti». Intanto la sabbia del Sahara, trasportata dallo scirocco, si è trasformata in una cappa. La mappa sul sito dell’Arpa ha i colori dell’allarme massimo. A causa del «trasporto a lunga distanza di polveri dal Sahara (dust) come distribuzione spaziale della concentrazione di pm10 sul Lazio». Lo smog è alle stelle in Corso Francia (148 microgrammi), in via Arenula (134), sulla Tiburtina (120), a Eur-Fermi (124), a Cipro (130), alla Bufalotta (119), a Cinecittà (127), a Ciampino e Castel di Guido (108), oltre che in prossimità del verde alla Tenuta del Cavaliere (113) e a villa Ada (121).


La polvere del Sahara

Richeldi spiega oggi al Corriere della Sera Roma che la sostanza più dannosa sono «le emissioni di Pm10 e Pm2,5 prodotte da riscaldamento e autoveicoli perché si parla di particelle indicate in micron, ovvero che si vedono solo con il microscopio e, per dare un idea, un micron corrisponde a un millesimo del diametro di un capello. Per la sua dimensione submillimetrica dunque, questo sottile particolato entra direttamente nella rete sanguigna provocando disturbi non soltanto al sistema respiratorio ma anche a quello cardiovascolare e a sistema nervoso centrale. Negli ultimi dieci anni abbiamo visto aumentare patologie come bronchiti, fibroma polmonare e asma, quest’ultima soprattutto nei bambini».

La sabbia

La sabbia invece «è un inquinante “naturale” che c’è sempre stata, non solo proveniente dal deserto del Sahara ma anche dalla penisola arabica. Quelle polveri si fermano nelle vie aeree superiori dove incontrano i turbinati che filtrano, purificano, rallentano e riscaldano l’aria . Per questo le mamme dicono sempre ai bambini di respirare con il naso». A rischio però «ci sono i più piccoli, soprattutto nei primi anni di vita perché non hanno un sistema respiratorio completamente formato ed è proprio in questo periodo perinatale che si determina la salute futura degli organi. Ma anche perché l’altezza del passeggino, in linea con quella delle marmitte, li espone a un rischio incontrollabile».

Come evitarlo

Richeldi dà qualche consiglio su come evitare il pericolo: «Una volta coscienti dell’innalzamento dei valori, la prima cosa da evitare, per tutti, è quella di fare esercizio fisico all’aperto. Non cambia niente andare in un parco perché le microparticelle viaggiano nell’atmosfera. Chi poi già soffre di patologie polmonari e più in generale le persone fragili, anziani e bambini, dovrebbe limitare al massimo di uscire per strada». Le mascherine invece «in questi casi non servono mentre sono utili i depuratori d’aria nelle abitazioni. E poi chi fuma, sia sigarette tradizionali che elettroniche e produce anche fumo passivo dovrebbe evitare di aggravare la sua condizione e quella degli altri, altrimenti è meno autorizzato a lamentarsi…» .

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