Israele, allerta massima per possibili attacchi dall’Iran: «Ci aspettano giorni complessi». E Hamas chiude su Gaza: «Negoziati al palo»

Sospese le licenze per il rientro a casa dei soldati: si teme una rappresaglia da Teheran dopo il raid mortale su Damasco

Israele è sotto un «alto livello di allerta per il rischio di un attacco» dell’Iran in seguito al raid condotto lunedì dallo Stato ebraico sul suo complesso diplomatico a Damasco nel quale sono rimasti uccisi diversi membri delle Guardie Rivoluzionarie, compreso il capo delle operazioni nella regione Mohammad Reza Zahedi. I. A riportarlo è Haaretz secondo cui Teheran «in base a tutti i segnali e gli avvisi che giungono da lì è determinata» a rispondere all’uccisione del comandante. «Un attacco di droni o di missili da crociera direttamente dall’Iran diretti verso infrastrutture israeliane» è una delle ipotesi attualmente prese in considerazione, oppure «intensi attacchi di missili dal Libano o dalla Siria attraverso gli Hezbollah o milizie sciite» o, ancora, «attentati alle ambasciate israeliane all’estero». «Non è affatto detto che il peggio sia alle nostra spalle, ci aspettano giorni complessi», ha detto oggi il capo dell’intelligence militare dell’Idf Aharon Haliva.


Il rafforzamento dell’esercito

Contestualmente all’innalzamento dell’allerta per possibili attacchi sul suo territorio, l’esercito israeliano ha annunciato una serie di nuove misure operative. Primo, come riporta il Times of Israel, è da considerarsi sospesa per il momento la possibilità di rientri temporanei a casa per i soldati impegnati sui vari fronti, sin qui generalmente garantita. Secondo, si mira ad aumentare il numero di riservisti con l’arruolamento di più militari in particolare nel settore della difesa aerea. Haaretz sottolinea che secondo il ministero delle Finanze dal 7 ottobre scorso è già quasi raddoppiato il numero di riservisti, portando a un aumento dei costi originariamente previsto a bilancio nel 2024 del 30-40 per cento. Migliaia di coscritti israeliani, a ridosso del termine del servizio obbligatorio, sarebbero infatti immediatamente passati a riservisti, con un aumento di stipendio.


Gps disattivati per timori di attacchi

Gli abitanti della parte centrale di Israele hanno segnalato da giorni disagi sempre più diffusi per le app Google Maps, Waze e altri sistemi che utilizzano il Gps. Molti automobilisti si vedono localizzato a Beirut pur essendo a Tel Aviv. Le interruzioni sono state inizialmente segnalate nel nord del paese o nelle aree vicine a Gaza ma ora si stanno estendendo. Stranezza fin qui senza una spiegazione certa, in un clima di alta tensione anche cibernetica tra Israele e Iran.

Tregua a Gaza lontana

Sul fronte della guerra a Gaza, intanto, non sembra esserci nessuno spiraglio su un possibile accordo di tregua. Lo ha chiarito oggi Hamas rispondendo indirettamente all’ultima proposta d’intesa formulata da Israele attraverso i mediatori egiziani. «I negoziati con Israele sono a un punto morto», ha detto il rappresentante di Hamas a Beirut Osama Hamdan. «Confermiamo che finora non ci sono stati progressi nei negoziati e che sono a un punto morto nonostante l’elevata flessibilità positiva mostrata (da Hamas) per facilitare il raggiungimento di un accordo», ha sostenuto Hamdan in una conferenza stampa a Beirut.

(foto copertina Ansa/EPA/ALAA BADARNEH)

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