Stadio della Roma, condannati in primo grado l’ex presidente dell’assemblea capitolina De Vito e il costruttore Parnasi

Nove in tutto le sentenze di colpevolezza, una decina le assoluzioni: l’inchiesta sull’impianto mai costruito a Tor di Valle

Nove condanne in primo grado e una decina di assoluzione. Si chiude così il primo capitolo della vicenda giudiziaria sullo stadio della Roma – la società giallorossa è estranea ai fatti contestati – che non fu mai realizzato nell’area di Tor di Valle. Nel 2018 fu arrestato il costruttore Luca Parnasi, l’anno seguente l’inchiesta si allargò fino a toccare il Campidoglio, con l’arresto del presidente dell’assemblea capitolina Marcello De Vito. I giudici dell’ottava sezione collegiale di Roma, dopo oltre otto ore di camera di consiglio, hanno condannato a 8 anni e 8 mesi De Vito, a 2 anni in abbreviato Parnasi, a 1 anno con pena sospesa il deputato della Lega Giulio Centemero, a 3 anni Luca Lanzalone e a 9 anni per l’avvocato Camillo Mezzacapo. Un anno e sei mesi per l’imprenditore Giuseppe Statuto, 6 anni e 8 mesi a Gianluca Bardelli, 8 mesi al commercialista Andrea Manzoni. Tra le ipotesi di reato avanzate dall’accusa, guidata dai pm Giulia Guccione e Luigia Spinelli, a seconda delle singole posizioni e a vario titolo c’erano la corruzione, il traffico di influenze illecite, il finanziamento illecito. Secondo i magistrati il metodo Parnasi consisteva nel “fare affari” tramite favori ai politici locali, di tutti i partiti. Tra gli assolti, con la formula per non aver commesso il fatto o il fatto non sussiste, anche l’ex sovrintendente Francesco Prosperetti e l’ex consigliere comunale Davide Bordoni.


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