Elezioni a Firenze, Schmidt annuncia la candidatura e chiede l’aspettativa per Capodimonte. A Napoli partono le proteste

L’ex direttore degli Uffizi respinge le accuse e rilancia: «Giuseppe Conte è in aspettativa dall’università da sei anni»

Il nome di Eike Schmidt era in lizza da tempo per la candidatura a sindaco di Firenze, almeno da quando si è avuta la conferma che il suo mandato alla direzione degli Uffizi non potesse essere rinnovato. Dal 2023, sono iniziati i corteggiamenti dei big del centrodestra. Durante la trattativa, qualcuno sospettava che al cittadino tedesco naturalizzato italiano fossero stati offerti dei «paracadute» in altri poli museali italiani. Teorie. I fatti raccontano che a gennaio Schmidt ha ricevuto la nomina a direttore generale del Museo e Real Bosco di Capodimonte, a Napoli, dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. A meno di 100 giorni dall’insediamento ufficiale, lo storico dell’arte chiede l’aspettativa e scioglie la riserva: «Oggi stesso – 6 aprile – chiederò ai partiti del centrodestra di sostenere la mia campagna elettorale a sindaco di Firenze». Una formula più retorica che di sostanza: il supporto era già stato garantito, tant’è che dopo l’annuncio di Schmidt in Piazza della Signoria viene dato l’abbrivo alla batteria di dichiarazioni dei partiti di centrodestra.


L’entusiasmo di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega

«La candidatura di Schmidt è un atto che rafforza lo spirito unitario dell’Europa», commenta Sangiuliano, colui che aveva propiziato il recentissimo passaggio a Capodimonte. «Sono grato a Schmidt per aver accettato la candidatura. Un grande uomo di cultura, ex direttore degli Uffizi. Per la prima volta ce la giochiamo anche a Firenze», afferma Matteo Salvini. «Un’ottima notizia per Firenze. Una pessima notizia per la sinistra. Ti sosterremo con tenacia», scrive Giovanni Donzelli sui social. Per Forza Italia, il primo a esprimere entusiasmo è Maurizio Gasparri, che si trova nel capoluogo toscano proprio per eventi di campagna elettorale. Schmidt sa che la questione dell’aspettativa richiesta a pochi mesi di distanza dall’inizio del lavoro sarà uno degli argomenti più dibattuti della campagna elettorale. Perciò non si nasconde, mentre cammina per le strade fiorentine e dialoga con i giornalisti: «La settimana prossima tornerò a Napoli, probabilmente per l’ultima volta fino alle elezioni. Chiederò l’aspettativa entro i termini di legge di 45 giorni. Ci vorranno alcuni giorni per avere l’ok dal ministero a Roma, ma penso che da metà mese sarò al 100% qui a Firenze, ogni giorno, in campagna elettorale».


Schmidt si scherma ricordando la lunga aspettativa di Conte dall’Università di Firenze

Il direttore di Capodimonte, sul tema, rilancia e fa il suo esordio nella dialettica politica pura. È il più classico dei confronti tra esponenti di schieramenti opposti: ribattere spostando il focus sull’avversario, senza indugiare sulla propria difesa. «La legge è uguale per tutti. Come sapete – dice ai giornalisti – c’è un professore universitario di Firenze, Giuseppe Conte, che ormai è in aspettativa da sei anni per attività politica. Quindi vale anche per i dirigenti». E ancora: «Mi metto in aspettativa e mi auguro che anche altri candidati come il rettore dell’università per stranieri di Siena, Tomaso Montanari, e l’assessora comunale al Sociale, Sara Funaro, che sono già in piena campagna elettorale, anche se nel primo caso non è chiaro se si candida in prima persona ma comunque fa attività politica giorno e notte, facciano altrettanto. Le regole sono le stesse per tutti». Mentre a Firenze l’atmosfera è vibrante per lo scontro elettorale che si preannuncia, a Napoli cominciano a sentirsi le proteste per il modo in cui è stata gestita la direzione di uno dei suoi gioielli.

La raccolta firme per chiedere un sostituto di Schmidt a Capodimonte

È partita la raccolta firme per chiedere al ministero della Cultura di sostituire Schmidt con un nuovo direttore di Capodimonte. A lanciarla è Gennaro Acampora, capogruppo per il Partito Democratico nel Consiglio comunale di Napoli. Che spiega: «L’agonia di Napoli, dei cittadini di Capodimonte e dei tantissimi napoletani e turisti che amano il museo e il Real bosco purtroppo non finisce oggi. L’ufficialità della candidatura di Eike Schmidt a sindaco di Firenze arriva dopo un’attesa che ha reso ancora più insensata la sua nomina mesi fa, e ora purtroppo ci dà alcune certezze. La prima è che un plesso di grande importanza a livello internazionale non avrà una guida a tempo pieno nel medio termine, la seconda è che il ministro Sangiuliano ha nominato una persona che non teme di anteporre gli interessi suoi e della sua parte politica a quelli di un luogo e di una città che meritavano rispetto». E conclude: «Per il futuro di Capodimonte vogliamo un direttore che pensi a Capodimonte e non alla politica. Per questo, da sabato prossimo, con una manifestazione all’ingresso del Bosco lato Porta piccola, inizieremo una raccolta firme per chiedere al ministro una figura altrettanto competente ma con un’autorevolezza che non dipende dal suo colore politico, come purtroppo è avvenuto in questo caso».

Il sindaco di Napoli: «Sono perplesso, Schmidt ha perso il suo profilo di terzietà»

Anche il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, esprime il suo scetticisimo sull’operazione politica che incrocia il tema della gestione del patrimonio artistico italiana. «Avevo accolto con grande piacere l’indicazione di Schmidt come direttore di Capodimonte, perché sicuramente è persona di grande competenza e che ha operato molto bene agli Uffizi. Mi lascia molto perplesso la scelta di candidarsi perché, una persona del suo valore, che ha dimostrato capacità, avrebbe fatto meglio a concentrarsi sua una missione così importante come quella di continuare l’ottima azione di Bellenger – predecessore di Schmidt – a Capodimonte, un museo che ha ancora tante potenzialità inespresse». Le perplessità di Manfredi comprendono anche un eventuale rientro a Napoli di Schmidt, in caso di mancata elezione a Firenze: «Chi amministra un grande museo, e in generale una grande istituzione, deve necessariamente avere un profilo di terzietà, questo ovviamente senza limitare i diritti costituzionali come la volontà eventualmente di candidarsi. Eventualmente, ritornare dopo tre mesi, dopo una campagna elettorale che sarà sicuramente sanguinosa, fa perdere a Schmidt quel valore di terzietà che l’autorevolezza di Capodimonte pretende».

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