«45 giorni di tregua, con la liberazione di 40 ostaggi». La proposta USA che Israele e Hamas potrebbero accogliere. Ma è tensione su Rafah

Poche ore dopo le indiscrezioni Netanyahu afferma che esiste già una data per l’invasione della terra a sud della Striscia. Ma Washington frena: «Un’invasione sarebbe estremamente dannosa»

C’è stata una proposta, uno spiraglio, ma sono bastate le parole del premier Benyamin Netanyahu per far vacillare tutto. Sono sei settimane di tregua temporanea in cambio del rilascio di 40 ostaggi. Questa in sostanza – secondo fonti egiziane citate dalla testata del Qatar “Al-Araby Al-Jadeed“, ripresa da media israeliani – della proposta americana per un cessate il fuoco temporaneo nella Striscia ora al vaglio di Hamas e di Israele. Ci sarebbe inoltre un parziale ritorno di sfollati nella parte nord di Gaza. La proposta prevede anche l’opzione di una tregua iniziale di 3 giorni, senza alcun obbligo, per i giorni di Eid el-Fitr, festività che comincia domani sera. Poche ore dopo le indiscrezioni però il premier israeliano è intervenuto con un annuncio video affermando che la fine del conflitto «richiede l’ingresso a Rafah e l’eliminazione dei battaglioni terroristici presenti lì. Accadrà, c’è una data». Il primo ministro israeliano ha poi detto di avere nelle mani «un rapporto dettagliato sui colloqui al Cairo, stiamo lavorando continuamente per raggiungere i nostri obiettivi, in primo luogo il rilascio di tutti i nostri ostaggi e la vittoria completa su Hamas». Oggi esponenti della destra radicale avevano minacciato il sostegno all’esecutivo attuale in caso di mancato ingresso a Rafah. E dopo l’intervento di Netanyahu è arrivata secca la risposta degli USA dove si conferma la loro ferma opposizione alla missione Rafah. «Abbiamo detto chiaramente a Israele che riteniamo che un’invasione militare di Rafah potrebbe avere un effetto estremamente dannoso sui civili e quindi danneggiare la sicurezza di Israele», ha detto il portavoce del dipartimento di Stato Matthew Miller.


Cosa prevede l’accordo

Secondo due fonti di sicurezza egiziane e il giornale statale Al Qahera News entrambe le parti hanno fatto concessioni che potrebbero aiutare a una tregua. Una descalation, secondo Sky News, che sarebbe scaglionata in tre fasi, con il rilascio di eventuali ostaggi israeliani rimasti e un cessate il fuoco a lungo termine nella seconda fase. I mediatori hanno suggerito che il ritorno dei palestinesi al Nord della Striscia, una delle condizioni offerte, potrebbe essere monitorato da una forza araba in presenza di forze di sicurezza israeliane che poi si dovrebbero ritirare. Le delegazioni hanno lasciato il Cairo e si prevede che le consultazioni continuino entro 48 ore.


Netanyahu: «Per l’ingresso a Rafah c’è una data»

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