Le bambine che usano i prodotti di bellezza e anti-invecchiamento: «È il modello di perfezione amplificato dai social»

Si chiamano Sephora Kids e per loro c’è un hashtag

Le Sephora Kids sono le bambine che spiegano ad altre bambine come usare i prodotti di bellezza. Il fenomeno è nuovo sui social network, dove spuntano centinaia di post in cui si parla di come nascondere i punti neri e a cosa servono le creme esfolianti. Oggi il Quotidiano Nazionale racconta che molte appartengono alla Generazione Alpha. Sono cioè nate nel 2010. In Svezia il fenomeno ha causato il divieto di vendita di determinati prodotti ai minori di 15 anni. E secondo il Centro Studi di Cosmetica Italia è proprio la Generazione Alpha la più malata di bellezza. Emanuela Calandri, professoressa associata in psicologia dello sviluppo e dell’educazione all’Università di Torino, dice che la preoccupa «la creatura che a 8 anni usa il retinolo senza averne bisogno, ma ancora di più la donna che diventerà a diciotto. Per controllare il corpo non le basterà più una crema, vorrà che il chirurgo plastico le rifaccia il naso».


Le responsabilità

Ovviamente le responsabilità di questa situazione sono anche di mamma e papà: «Un genitore che si angoscia per una ruga o si massacra di allenamenti consegna un modello. E il modello della perfezione è quello che amplificano i social. Se il main stream deve essere bello, giovane e felice, non c’è posto per il diverso. Mi riferisco ai brutti, agli anziani ma anche alla disabilità». Secondo la prof le bambine di otto anni «sono immerse in un brodo consumistico che non lascia scampo. Penso all’abbigliamento femminile già fortemente sessualizzato nella prima infanzia. O alla vertiginosa anticipazione di certi comportamenti addirittura alla fine della fanciullezza. Problema tremendo per le famiglie. Non sanno contrastare le pressioni del mercato. Hanno gli strumenti educativi di trent’anni fa in un contesto completamente cambiato. Non colpevolizzo i genitori. Registro il fatto che, avendo avuto loro un’adolescenza irrisolta, slittano sul piano della responsabilità e faticano a gestire il ruolo adulto».


La felicità dei bambini

Calandri dice che i genitori «ritengono che i bambini debbano essere sempre felici. Abbaglio clamoroso. La felicità autentica passa attraverso lo sconforto e la frustrazione, prevede il senso di fallimento. Tutte esperienze che si cercano di evitare a partire dalla nascita. Vuoi la crema da 80 euro? Te la compro a costo di rinunciare io all’estetista. Quando poi la bambina si accorge che non basta un unguento per essere ciò che vuole, crolla. Lo vediamo nell’aumentata fragilità degli adolescenti: difficoltà nelle relazioni, nel prestare attenzione, nel rispetto degli impegni scolastici». E conclude: Dieta, chirurgia, tatuaggi, attività fisica forsennata e blitz delle dodicenni in profumeria: tutto conferma il bisogno di controllo, quindi una condizione generalizzata di insicurezza. Viviamo in un’epoca di conflitti e paura dove però curiosamente non si parla mai di morte. Perché non si vende bene, non è bella».

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