Inchiesta Pd Torino, l’Antimafia chiede gli arresti domiciliari per Salvatore Gallo: le accuse sul ras locale dem sui favori in cambio di voti

A carico dell’ex manager si ipotizza l’ipotesi di reato di peculato. La decisione su un’eventuale misura detentiva spetterà al tribunale del riesame

La Direzione distrettuale antimafia ha presentato un ricorso dopo la decisione del gip del tribunale di Torino che aveva respinto la richiesta degli arresti domiciliari per Salvatore Gallo. L’ex manager di Sitaf, oggi 85enne, risulta indagato in un filone dell’inchiesta Echidna, portata avanti dai carabinieri del Ros per sgominare le infiltrazioni ‘ndranghetiste in Piemonte. Gallo, esponente di lungo corso del Partito democratico piemontese, non è indagato per vicende legate alla criminalità organizzata: l’ipotesi di reato che lo riguarda è di peculato. Il suo nome è coinvolto nell’inchiesta per presunte promesse di favori in cambio di voti per i candidati Dem alle amministrative del 2021. Sulla richiesta dei domiciliari, adesso, dovrà esprimersi il Tribunale del riesame.


Il figlio di Gallo, Raffaele, ha ritirato la sua candidatura dalle elezioni regionali che si disputeranno in Piemonte i prossimi 8 e 9 giugno. Il passo indietro è avvenuto pur in assenza di contestazioni di natura penale per Raffaele Gallo: «La politica non deve delegare tutto alla magistratura, ma può e deve fare scelte basate anche su ragioni etiche e di opportunità», ha dichiarato il segretario regionale del Pd, Domenico Rossi.


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