Disforia di genere, la relazione del ministero su Careggi: niente stop all’attività, solo alcuni correttivi

Il dicastero di Schillaci esorta l’ospedale ad adeguarsi alle linee guida entro 30 giorni, chiedendo anche un incremento dell’organico

I toni della relazione del ministero dello Salute non corrispondono esattamente quelli riferiti da Maurizio Gasparri, dalla cui interrogazione a Orazio Schillaci è scaturito l’accertamento sull’ospedale di Careggi, a Firenze. Gli ispettori del dicastero hanno riscontrato sì delle criticità. Ma rispetto alla netta «violazione delle regole» rappresentata dal senatore di Forza Italia si è passati a una più morbida «confusione». Inizia così la relazione di sette pagine della commissione incaricata: «Preliminarmente, si osserva che l’interpretazione dei criteri di inclusione della determina Aifa relativi all’utilizzo della triptorelina sembra aver generato confusione».


La triptorelina

La questione riguarda i pazienti adolescenti con disforia di genere ai quali, in attesa di un’acquisizione di consapevolezza, viene somministrata la triptorelina, un farmaco che blocca la pubertà e consente di prendere tempo prima di iniziare il percorso di transizione. Sull’ospedale toscano, specializzato nei casi di disforia di genere, erano stati sollevati sospetti per un uso non corretto di tale farmaco. Il ministero ha optato per una formula tenue di intervento: nessuno stop all’attività, ma un mese di tempo per riallinearsi alle direttive delle istituzioni sanitarie italiane. Inoltre, viene chiesto all’Azienda ospedaliero universitaria Careggi di aumentare il personale in servizio. Un’esortazione che smentisce qualsiasi ipotesi di interruzione di un servizio. Ma che anzi sottende a un prosieguo dell’attività, magari incrementandola.


Le criticità rilevate

Gli ispettori, in conclusione, esortano l’ospedale a «porre in essere azioni correttive alle criticità rilevate». Una versione smussata rispetto a quanto anticipato da Gasparri, che aveva reso pubblica la risposta datagli da Schillaci: dagli «elementi di criticità» sarebbe stata espunta la locuzione «molto significativi». Il presidente della Toscana Eugenio Giani, insieme all’assessore alla Sanità Simone Bezzini, una volta letta la relazione, hanno espresso il «disappunto per per l’anticipazione di alcuni contenuti della relazione prima ancora che venisse consegnata alla Regione: un gesto che rappresenta un vulnus istituzionale e che ha alimentato un dibattito pubblico fuorviante e strumentale».

I correttivi da pianificare entro 30 giorni

Dalla relazione, infatti, emergerebbero «indicazioni tese al miglioramento di alcune attività del centro per l’incongruenza e disforia di genere di Careggi, i cui capisaldi fondamentali tuttavia non appaiono messi in discussione», concludono Giani e il suo assessore. «Seguiremo l’iter definito dal ministero della Salute contenuto nella relazione con il consueto spirito di leale collaborazione istituzionale. Ci impegneremo per pianificare le azioni necessarie e su questo a dare un riscontro al governo entro 30 giorni, per poi informare lo stesso dicastero sullo stato di avanzamento entro 90 giorni dalla ricezione, così come previsto dalla relazione».

L’attività neuropsichiatrica

Tra le indicazioni c’è, appunto, quella di migliorare l’attività neuropsichiatrica: non sarebbe sufficiente che i giovani pazienti vengano visitati solo prima di arrivare a Careggi. E non andrebbero bene neanche le convenzioni stipulate dal policlinico con la Asl: lo specialità deve essere un medico strutturato a Careggi. Quindi, è probabile che l’ospedale provvederà a inserire un neuropsichiatra fisso nel centro che tratta la disforia di genere. Infine, c’è da risolvere la criticità, questa «più rilevante». Quella che riguarda la trasmissione dei dati all’Aifa. E che è indispensabile quando si usa un farmaco off label, ovvero quei medicinali utilizzati con un impiego diverso da quello per cui sono stati autorizzati. La triptorelina nasce, infatti, come farmaco antitumorale.

Gli errori nella comunicazione

Gli errori nella comunicazione riguarderebbero sia i dati di spesa – al momento, il costo per il farmaco è comunque molto basso, circa 25 mila euro – sia il monitoraggio clinico dei pazienti, «nel rispetto delle determine Aifa». Careggi avrebbe inviato le schede di solo 20-30 pazienti all’anno, numero ritenuto troppo basso rispetto ai casi trattati. Pare che, però, l’ospedale abbia mostrato già durante l’ispezione il numero reale di pec inviate all’Aifa, maggiore rispetto a quello contestato. Per fugare ogni dubbio, il centro ospedaliero provvederà a inviare di nuovo le informazioni richieste.

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