La denuncia della moglie di Zelensky sui bambini ucraini deportati in Russia: «Sono più di 19mila: così Mosca li farà combattere»

Nell’intervista al Tg2 Post, Olena Zelenska accusa il Cremlino di voler sfruttare i bambini portati via dalle zone occupate per addestrarli come soldati

«I bambini ucraini deportati in Russia crescono, diventano adulti, possono anche essere chiamati alle armi e mandati a combattere in Ucraina, abbiamo già testimonianze in questo senso». La first lady ucraina Olena Zelenska, in un’intervista ai microfoni di Tg2 Post, racconta un’altra sfaccettatura del già noto crimine di guerra di cui è accusata Mosca. Ovvero, quello della sottrazione dei bambini alla famiglie ucraine che risiedono nelle zone di conflitto. «Sono più di 19 mila bambini deportati in Russia, secondo le nostre fonti», aggiunge la moglie di Volodymyr Zelensky, «mentre secondo la parte russa sono molto di più. I dati discordano».


Cosa succede ai bambini ucraini deportati in Russia

Ciò che Zelenska dà per certo, comunque, è che l’esercito di Mosca «sta spostando i bambini sul territorio russo», per poi «cambiare i loro documenti e le loro generalità». I funzionari di Kiev sono al lavoro per cercare di definire con più certezza numeri e caratteristiche del fenomeno. «Da parte ucraina stiamo verificando tutti i profili dei bambini e fino a quando questo elenco non sarà completato noi non possiamo dare le cifre esatte». La first lady ucraina, che denuncia come la Russia «non sta rispondendo alle nostre richieste», spiega cosa succede ai minori deportati: «A tutti viene raccontato che loro non servono più in Ucraina, che l’Ucraina li ha abbandonati. È un indottrinamento dei bambini. Mi sembra un cinismo e un crimine molto grande nei confronti dei bambini, che non possono difendersi».


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