Diffamazione, la maggioranza ritira gli emendamenti che reintroducevano il carcere per i giornalisti

Il passo indietro del senatore di FdI Berrino: «Volevo tutelare le persone offese dalla macchina del fango». Sensi (Pd): «Tolta la foglia di fico resta la vergogna»

Passo indietro della maggioranza su un provvedimento particolarmente contestato e che aveva creato dubbi all’interno della stessa maggioranza di governo guidata da una premier, Giorgia Meloni, che è a sua volta giornalista. Ad annunciarlo è proprio il senatore Gianni Berrino, di Fratelli d’Italia, che la scorsa settimana aveva presentato i testi che aprivano al rischio di carcere in caso di “diffamazione aggravata”: «Avevo presentato due emendamenti per garantire la piena tutela delle persone offese da meccanismi di ‘macchina del fango’. La necessità di procedere con celerità all’approvazione del ddl sulla diffamazione, mi ha convinto a ritirare gli emendamenti che in ogni caso, alleggerivano sensibilmente le pene attualmente previste». La proposta di Berrino aveva fatto saltare sugli scudi il sindacato dei giornalisti Fnsi: «Parlare di carcere in caso di quella che viene considerata ‘diffamazione grave’ significa voler mettere il silenziatore a molte inchieste giornalistiche», aveva detto la segretaria Alessandra Costante.


A dare notizia della decisione di Berrino, il senatore del Pd, Filippo Sensi: «La destra ritira gli emendamenti che chiedevano il carcere ai giornalisti. Resta un provvedimento orrendo, una vendetta che penalizza e punisce il lavoro dell’informazione e sul quale dobbiamo fare una opposizione durissima, senza sconti. Tolta la foglia di fico resta la vergogna».


Foto di Utsav Srestha su Unsplash

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