Ponte sullo Stretto, il ministero dell’Ambiente chiede 239 integrazioni. Il Mit: «Procedura normale, risponderemo entro 30 giorni»

Il titolare del Mase Pichetto Fratin poi minimizza: «La richiesta di chiarimenti è normale». Ma alla società Stretto di Messina Spa è arrivato un documento di 42 pagine

I lavori per l’opera-bandiera di Salvini, il Ponte sullo Stretto, potrebbero non andare così spediti come spera il ministro della Lega. Il ministero dell’Ambiente, guidato Pichetto Fratin, ha infatti chiesto alla Società Stretto di Messina S.p.a. ben 239 integrazioni ai documenti presentati. Per il Mase la documentazione della concessionaria è «insufficiente e non aggiornata». Va, dunque, chiarita su più fronti. I tecnici della Commissione Via-Vas, che hanno il compito di valutare l’impatto ambientale dell’opera, hanno inviato al ministero delle Infrastrutture e alla società un documento di 42 pagine, firmato dal coordinatore della Sottocommissione Via, Paola Brambilla. Nello specifico, chiedono 155 integrazioni per la Valutazione di impatto ambientale (Via); 66 per la Valutazione di incidenza (Vinca), che verifica le conseguenze di un’opera sui siti Natura 2000, ovvero i siti protetti di interesse Ue. Sedici chiarimenti riguardato il Piano di utilizzo terre (Put) e 2 per la Verifica di ottemperanza (Vo). Le richieste, in altri termini, riguardano la compatibilità coi vincoli ambientali, la valutazione dei costi e benefici, la descrizione di tutti gli interventi previsti, il sistema di cantierizzazione, la gestione delle terre e rocce di scavo. Il Mase chiede dati più approfonditi e aggiornati sul rischio di maremoti, sull’inquinamento dell’aria, sull’impatto del Ponte sull’ambiente marino e di terra e sull’agricoltura, sulle acque, sui rischi di subsidenza e dissesto, sulla flora e sulla fauna, sul rumore e i campi magnetici, sulle aree protette di rilevanza europea. Ciò che vogliono sono, dunque, nuove informazioni su ogni aspetto del progetto definitivo. Con una nota, il ministero delle Infrastrutture fa sapere che «le integrazioni al progetto del Ponte sullo Stretto, richieste in sede di conferenza di servizi, saranno fornite entro 30 giorni: si tratta della normale procedura ed è corretto approfondire tutti gli aspetti di un’opera che sarà unica al mondo».


Pichetto Fratin: «La richiesta di integrazioni è normale»

Pichetto Fratin si trova ora in una posizione scomoda: i suoi uffici hanno appena fatto uno “sgambetto” al cavallo di battaglia di un suo collega. Per questo motivo, il ministro dell’Ambiente tiene a precisare che la richiesta di integrazione «è atto tipico della prima parte di ogni procedimento di valutazione di impatto ambientale». Per il Ponte «si è tenuto conto, come di consueto, anche di elementi tratti dai contributi di Ispra e di soggetti non pubblici aventi diritto, per legge, ad esprimersi», precisa il ministro. Nel comunicato del Mase si legge inoltre che «nella giornata di lunedì 15 aprile, entro il termine stabilito dalla legge, la Commissione Via-Vas del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha approvato e trasmesso alla società Ponte sullo Stretto di Messina Spa la richiesta di integrazioni sulla istanza presentata da quest’ultima lo scorso 26 febbraio». Dal ministero trapela poi che «il progetto del Ponte ha superato il primo step, quello della Commissione Via-Vas, che ha avanzato un numero di chiarimenti in linea con procedure per opere assimilabili». Insomma, nessun «giudizio di merito», solo «la prima tappa tipica del procedimento di Via».


Con questa istanza – aggiunge il ministro – «si è dato avvio, ai fini del relativo aggiornamento e completamento, alla procedura di valutazione di impatto ambientale relativa all’opera». Il procedimento era stato avviato addirittura nel 2011 e proseguito con una nota che la presidenza del Consiglio dei ministri ha trasmesso alla Commissione Ue l’8 novembre 2023». La sottosegretaria di Forza Italia ai Rapporti con il Parlamento, Matilde Siracusano, ha inoltre sottolineato come «le richieste della Commissione Via-Vas del Mase non rappresentato assolutamente una bocciatura del Ponte sullo Stretto, ma sono legittime integrazioni proporzionate ad un progetto enorme. Ho sentito – conclude Siracusano – il ministro Pichetto e anche Pietro Ciucci, e non ci sono criticità».

Le reazioni

Per associazioni e organizzazioni lo stop imposto dal Mase lascia intendere la presenza di mancanze (pesanti) nel progetto definitivo del Ponte. Wwf e Legambiente e i comitati locali anti-Ponte parlano di «passo falso» e ribadiscono che «il progetto non sta in piedi». Mentre le opposizioni vanno all’attacco: «Apprendiamo che il ministero dell’Ambiente ha letto i documenti sul progetto definitivo del Ponte di Messina di Salvini e ha fatto più di 200 rilievi denunciando la carenza di documenti essenziali. Quando lo abbiamo denunciato noi, con un esposto e in Parlamento, il ministro Salvini ci ha accusato di essere nemici dell’Italia, ci chiediamo se a questo punto lo sia anche il suo collega ministro Pichetto Fratin», afferma la segretaria dem Elly Schlein. «Evidentemente anche il ministero dell’Ambiente conferma ciò che da mesi non solo il Pd, ma le associazioni, il territorio, dicono: siamo di fronte a un progetto dannoso, inutile, costoso e pieno di incertezze, su cui gli esperti sollevano enormi criticità. È un progetto che toglie 500 case alle famiglie e risorse a tante opere infrastrutturali necessarie e più urgenti. Il Pd continuerà nella sua battaglia contro questo progetto», conclude. Dello stesso tono il commento dei parlamentari M5s delle commissioni Ambiente e Trasporti. «Siamo davvero alle comiche finali. La commissione Via-Vas fa calare la mannaia sul progetto del ponte sullo Stretto richiedendo 240 integrazioni, perché negli incartamenti attuali manca tutto. Il governo, spiazzato, decide di mandare il malcapitato Pichetto Fratin a fare da foglia di fico su un progetto che non sta in piedi», si legge nella nota dei pentastellati.

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