«La Rai sta per morire e con Discovery il Terzo polo tv sta nascendo»

Agostino Saccà, ex dirigente di Viale Mazzini: «Hanno risorse finanziarie, il prodotto, competenze editoriali e nessun intralcio burocratico»

Il Terzo polo televisivo sta nascendo. L’obiettivo finale di Discovery è di costruire una rete generalista che raggiunga il 10% di share. E Warner Bros Italia ci arriverà in due o tre anni. Agostino Saccà, in Rai dal 1976 al 2007, vicedirettore di Rai2, direttore di Rai1, direttore generale della fiction, ne parla oggi in un’intervista a Repubblica. Dopo l’addio di Amadeus alla Rai, secondo Saccà, le intenzioni di Nove sono chiare: «Hanno risorse finanziarie, il prodotto, competenze editoriali e nessun intralcio burocratico. Si sono presi una bella ala che è Crozza, poi un’altra ala straordinaria che è Fazio, ora Amadeus, centrocampo di sfondamento sulla generalista».


L’ex dirigente Rai sostiene che TeleMeloni non ha influito sull’addio del conduttore di Sanremo: «Amadeus, da autore, troverà i format. Non si sarebbe mosso se la Rai avesse avuto modo di decidere. E non poteva produrre». Mentre al servizio pubblico mancano prima di tutto «le risorse. Non hanno aumentato il canone per 12 anni, i vertici amano l’azienda, stimo Giampaolo Rossi. Il canone in Germania e in Inghilterra è più del doppio di quello italiano. Tutto il daytime della Rai costa 90 milioni. Discovery ha messo sul piatto 100 milioni in 4 anni su una persona. Se si va avanti così la Rai è morta. Non si possono spendere neanche duemila euro».


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