L’altra Bibbiano: non solo escort in cambio di appalti. Ora su un’azienda del ras dei rifiuti indaga anche la procura di Asti

La Verità spiega che oltre agli spogliarelli si cerca di far luce su un altro fronte, piemontese. Stavolta per violazione della legge sul finanziamento ai partiti e ai politici

L’inchiesta sull’imprenditore di Bibbiano Enrico Benedetti si allarga. Per la Procura di Reggio Emilia, diretta da Gaetano Paci, gli speciali collaboratori del ras della raccolta dei rifiuti, arrestato martedì, svolgevano pure loro incontri preparatori in vista delle riunioni decisive, e lo facevano offrendo escort, con spogliarelli inclusi. Un metodo, secondo quanto ricostruisce La Verità, usato per avere commesse sullo smaltimento di missili e munizioni e ingraziarsi i dirigenti delle municipalizzate incaricate di liberare le città dall’immondizia. I militari, coordinati dal colonnello Ivan Bixio, hanno perquisito tre aziende: a Verona, a Siena e nel Bresciano. E ad Asti, anticipa il quotidiano, è in corso un’altra inchiesta che riguarda sempre l’azienda di Benedetti, la Ecologia soluzione ambiente (Esa), anche se, precisano, l’imprenditore non risulti al momento indagato. Il caso stavolta, seguito dal procuratore Biagio Mazzeo, è legato alla violazione della legge sul finanziamento ai partiti e ai politici. Tutto parte da un esposto presentato dall’avvocato Alberto Pasta, ex vicesindaco e assessore della città del Palio, e da un consigliere comunale dei 5 stelle, l’ingegner Massimo Cerruti. Nell’esposto i due contestano le erogazioni garantite da 12 imprese (oltre che da tre persone fisiche) al sindaco di Asti, Maurizio Rasero (Forza Italia), in vista delle elezioni comunali del 2022, quando il primo cittadino ha replicato il mandato ottenuto nel 2017. «Con riferimento ai contributi ricevuti dalle società, non risulta alcun verbale attestante la volontà societaria di corrispondere il contributo» viene contestato nel documento, «né alcun estratto o copia di bilancio attestante l’iscrizione del contributo stesso». Tranne che in un caso, dove è stata inserita tra le uscite 10.000 euro come atto di liberalità, senza però beneficiario. Pasta e Cerruti concludono: «Se quanto sopra descritto corrisponde al vero, si è in presenza di un caso imponente e illegale di finanziamento elettorale pari a 33.500 euro, tale da minare addirittura la regolarità della competizione elettorale».


(foto copertina di Artem Labunsky su Unsplash)


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