Il Financial Times contro Salvini: «Punta tutto su un omofobo filorusso come Vannacci, dopo le Europee la Lega può farlo fuori»

Il processo del quotidiano finanziario al leader della Lega: «Da movimento del Nord vicino alle imprese l’ha trasformata in un partito populista di estrema destra»

Il Financial Times vede nero per il futuro di Matteo Salvini. Alla vigilia di delicatissime elezioni europee, il vicepremier «lotta per la sua sopravvivenza politica», scrive il quotidiano finanziario di Londra. In un lungo approfondimento pubblicato stamattina e in bella vista sul sito, l’Ft passa in rassegna tutti gli errori compiuti da Salvini dal 2019 in poi, da quel ballo scatenato – mojito alla mano – al Papeete che gli costò il governo (e milioni di voti). Utilizzatore compulsivo e astuto dei social media e sfacciato ammiratore di Putin, da quando ha preso la guida della Lega nel 2013 Salvini l’ha riorientata da un movimento regionale vicino alle imprese radicato nel Nord a un partito populista di estrema destra», ricostruisce senz’alcuna tenerezza la corrispondente da Roma Amy Kazmin. E l’accusa di aver abbandonato la postura business-friendly per il giornale-bibbia dei mercati suona come un’abiura imperdonabile. Venendo alle vicende di queste settimane, con Salvini “stritolato” dalla solida guida di governo (a destra) di Giorgia Meloni, l’Ft mette sotto la lente in particolare la scelta di affidare al generale Roberto Vannacci il ruolo di capolista per le Europee. Una «testa calda, omofobo e pro-Russia», è la sintetica descrizione del personaggio, la cui scelta ha provocato un’aperta rivolta nel partito contro la leadership di Salvini, ricorda il quotidiano londinese, che a quel dissenso dà largo spazio. Raccogliendo le accuse, tra gli altri, di Paolo Grimoldi, leghista della prima ora vicino al fondatore Umberto Bossi nonché businessman. «Salvini è un egoista. Ormai tutti hanno capito che con lui non abbiamo futuro politico: non prendiamo più voti, viaggiamo dritti verso un disastro elettorale e politico. Ma non vuole dimettersi». Se lo scenario dovesse avverarsi però, spiega l’Ft ai suoi lettori, la fine della leadership di Salvini potrebb’essere solo questione di tempo: «Ha promesso il congresso del partito in autunno, e allora gli scontenti dentro al partito tenteranno quasi certamente di farlo fuori». Prima, però, c’è l’appuntamento delle urne dell’8 e 9 giugno: le intenzioni di voto (negative per la Lega) fino a quel giorno sono solo virtuali.


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