Denise Pipitone, la denuncia della madre: «Ho trovato due cimici funzionanti in casa»

Il messaggio di Piera Maggio sui social: «Chiederemo alle autorità se sono beni dello Stato oppure di privati»

«Ritrovate dopo 20 anni, a meno che qualcuno non le abbia collocate nel tempo violando il nostro stabile. Erano correttamente funzionanti perché collegate alla rete elettrica». Piera Maggio, la madre di Denise Pipitone, denuncia su Facebook il ritrovamento nella sua abitazione di due “cimici”, microspie in grado di intercettare e trasmettere le conversazioni. La donna si chiede se siano state installate nell’ambito delle indagini sulla scomparsa della figlia, avvenuta a Mazara del Vallo, nel Trapanese, ormai 20 anni fa l’1 settembre 2004. «Adesso chiederemo alle autorità se sono beni dello Stato oppure di privati», prosegue Maggio, «ovviamente non sappiamo se ce ne sono ancora delle altre e, a dire il vero, non abbiamo mai avuto questa curiosità perché non avevamo niente da nascondere. La scoperta è avvenuta adesso per via di manutenzione». La donna aggiunge: «Ci chiediamo se durante un’indagine dove vengono collocate determinate apparecchiature negli ambienti privati delle persone, non sia il caso a fine indagine di recuperare le tecnologie, presumibilmente anche costose, di cui si sono avvalsi coloro che hanno condotto le indagini? Se sono apparecchiature dello Stato, pensate che adesso dovremmo chiedere il risarcimento di 20 anni di appropriazione della nostra rete elettrica?». Del ritrovamento è stato avvisato anche il legale di Maggio, l’avvocato Giacomo Frazzitta.


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