Inchiesta Liguria, l’ex patron del Cagliari Cellino: «Spinelli è tirchio, si è fatto fregare dalla politica». Bassetti: «È un amico»
Per uno è troppo tirchio per aver distribuito soldi a destra e a manca com sostengono gli inquirenti, per l’altro troppo generoso e troppo buono. Massimo Cellino, attuale proprietario del Brescia, e il professore di Malatite infettive Matteo Bassetti avanzano qualche dubbio sulle responsabilità di Aldo Spinelli nell’inchiesta sulle tangenti in Liguria che ha portato ai domiciliari il presidente della Regione Giovanni Toti e all’arresto in carcere dell’ex presidente dell’Autorità portuale, Paolo Emilio Signorini. «Spinelli è un mio paziente e un amico, lo conosco da quarant’anni. Suo figlio Roberto era mio compagno di scuola», dice al Corriere della Sera Bassetti, «ho sempre dato una mano alla famiglia Spinelli dal punto di vista dei consigli medici. Oltretutto durante il Covid il signor Aldo è stato vaccinato da me. Se non ricordo male ha avuto anche la malattia e gli abbiamo prescritto una cura a base di antivirali, non c’è stato bisogno del ricovero». In una intercettazione tra Toti e Spinelli, il governatore lo invitava a chiamare l’ospedale San Martino di Genova e l’imprenditore gli rispondeva di aver già chiamato il professor Bassetti. «Noi di corsie preferenziali non ne abbiamo mai date a nessuno. Tutti i cittadini genovesi arrivavano qui senza passare dal pronto soccorso. Era il sistema adottato dall’ospedale che prescindeva naturalmente dal nome», assicura l’infettivologo, che poi delinea il profilo di Spinelli per come l’ha conosciuto: Penso che sia un uomo profondamente buono e una forza della natura. Raramente ho trovato un 84enne così performante. Molto generoso, molto simpatico, amato dalle persone che lavorano con lui. A volte anche duro con i dipendenti ma capace di riconoscere i meriti. Io non nascondo di essergli amico e mi spiace vedere questo fuggi fuggi generale, anche di chi gli è sempre stato vicino».
Cellino: «È tirchio come una capra»
Su la Repubblica viene invece sentito Massimo Cellino, che in comune con Spinelli ha la passione per il calcio. Quest’ultimo è stato patron del Genoa dal 1985 al 1997, e poi del Livorno dal 1999 fino a quattro anni fa. «Aldo è tirchio come una capra, lo conosco meglio delle mie tasche, non credo a una riga delle accuse di corruzione che gli vengono mosse: tutte minchiate, si è solo fatto fregare dalla politica, ancora una volta», dice perentorio Cellino, ex patron del Cagliari, del Leeds United e ora del Brescia, «è uno che si è fatto un mazzo così per tutta la vita, figuriamoci se va a buttare via tutto in questo modo. È una macchietta, piuttosto, quello sì, che ha sempre sbagliato a pensare di potersi permettere di dire tutto, o quasi». L’imprendtore sardo racconta poi alcuni aneddoti legati a Spinelli: «Una volta in vacanza a Portorico lo portai in clinica per curare una congiuntivite, lo fecero attendere e lui si mise a urlare di volersi comprare tutto l’ospedale. Quando in Serie A si decise di passare dai due ai tre punti a vittoria, sarà stato 1994 o 1995, in riunione di Lega fece una scenata perché aveva appena firmato Scoglio come allenatore. “Belin quello mi va avanti di soli pareggi, son rovinato”. Tutti a ridere, tutto show. Non ci credo, alle accuse di corruzione». E poi una sua considerazione sul lato umano: «Aldo è soprattutto un uomo solo, che non ha mai avuto il tempo per gli amici, e non ha retto la perdita della moglie, una donna straordinaria. Lavora ininterrottamente da 84 anni, il giorno che smette di farlo muore. Ha solo pensato ancora a rilanciare, ancora su nuovi lavori, ancora una volta».