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L’80% delle leggi italiane non deriva delle decisioni dell’Unione europea

06 Giugno 2024 - 13:48 David Puente
La percentuale deriva da una previsione del 1998 di Jacques Delors, mai confermata nemmeno per l'Italia

A seguito di una dichiarazione elettorale rilasciata lo scorso 29 maggio 2024 di Antonio Tajani (Forza Italia), sui social circola la narrazione secondo cui l’80% delle leggi italiane deriva da decisioni prese dal Parlamento europeo. Pertanto, sempre secondo i post online, la politica italiana non avrebbe alcun potere decisionale e i politici eletti risulterebbero meri passacarte dell’Unione europea. Tutte le accuse sono basate su un’errata dichiarazione di Tajani, diffusa in Europa da anni e che non trova alcun riscontro.

Per chi ha fretta

  • La narrazione non è nuova e deriva da una previsione a livello europeo dell’ex presidente della Commissione europea Jacques Delors.
  • La previsione non è stata confermata a livello europeo.
  • Secondo i dati pubblici presenti nei siti istituzionali italiani, la percentuale delle leggi approvate in questo ambito è al di sotto del 2,64%.

Analisi

La narrazione viene diffusa attraverso il canale Telegram “In Telegram Veritas” con il seguente post del 3 giugno 2024:

Tajani vuole convincere le persone ad andare a votare ma fa un autogoal clamoroso: «L’80% delle leggi che approviamo in Italia sono frutto delle leggi che si approvano qui a Bruxelles»

Tajani ci sta confermando due cose.
La prima è che la politica italiana non ha più alcun ruolo reale nel legiferare, sono solo meri passacarte.

La seconda è che dalla EU passano tutte le norme criminali che hanno peggiorato la Vita degli italiani sotto tutti gli aspetti.

Gli ordini arrivano attraverso il filo di Bruxelles: scolleghiamolo.

Il post viene poi ripreso sui social con uno screenshot:

In certi casi, il video e il testo che lo accompagna vengono condivisi con un’immagine che invita gli italiani all’astensione («Perché è importante non andare a votare»):

Il mito dell’80% delle leggi dipendenti dall’Unione europea

La narrazione della percentuale citata non va attribuita a Tajani. Di fatto, il politico italiano riprende una dichiarazione del 1998 dell’ex presidente della Commissione europea Jacques Delors:

Nel giro di 10 anni l’80% della legislazione in materia economica, tributaria e sociale sarà di origine comunitaria.

Questa storia circola da anni e utilizzata per fornire una percentuale certa che di fatto non c’è. Nel sito del Consiglio europeo c’è un articolo che riporta il mito e uno studio del CEPS del 2011 che riteneva impossibile fornire una cifra precisa a livello europeo. Di fatto, dal 2014 ad oggi questa cifra viene contestata e ritenuta non affidabile nonostante numerose analisi e stime.

La situazione non è cambiata dopo 10 anni dal 2014. La narrazione circola non solo in Italia, ma in diversi Paesi membri dell’Unione europea. Alcune percentuali vengono riportate in articolo di EuroNews del 22 marzo 2024, ma sempre derivanti a studi dell’epoca:

Studi pubblicati dieci anni fa hanno concluso che l’influenza dell’Ue è significativamente inferiore: più o meno il 20-25 per cento.

Annette Elisabeth Töller, docente presso la FernUniversität nella città tedesca di Hagen, che ha condotto uno studio sull’argomento nel 2012, afferma che, sebbene alcuni settori siano fortemente regolamentati dall’Ue, la risposta non è così semplice e dipende dai settori in questione.

Per quanto riguarda le leggi italiane?

Carlo Canepa (Pagella Politica) tratta l’intervento di Antonio Tajani ritenendolo privo di fondamento. Facendo un’analisi delle 315 leggi approvate dal 2018 al 2022, solo 5 rientrano nella classificazione “Legge europea“.

La percentuale, che si aggira intorno al 2%, viene riscontrata anche durante la legislatura 2013-2018 (2,65%) con appena 10 leggi su 379.

Nell’attuale legislatura, considerando i dati aggiornati al 13 maggio 2024, soltanto una legge (0,8%) su 119.

Leggi e decreti legislativi

Un articolo dell’11 maggio 2019 de Il Sole 24 Ore titola «La Ue è inutile? Il 60% dei decreti legislativi italiani “nasce” a Bruxelles». La cifra si avvicina all’80% citato da Tajani, ma si tratta di decreti legislativi approvati dai Governi italiani seguendo le disposizioni delle leggi delega approvate dai parlamentari. Nella diciottesima legislatura (2018-2022) la percentuale è stata del 77%:

Anche di fronte a questo dato, non risulta corretto sostenere che l’80% delle leggi italiane dipendano dalle decisioni prese a Bruxelles.

Conclusioni

Considerati i dati pubblici presenti all’interno dei siti istituzionali italiani, nelle ultime legislature non risultano affatto le percentuali a doppia cifra fornite da Antonio Tajani.

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