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La scomparsa di Mara Favro e il passato oscuro del suo ex capo nella tratta delle schiave

07 Luglio 2024 - 08:33 Redazione
Il gestore della pizzeria dove la donna ha lavorato otto giorni prima di sparire nel nulla ha alle spalle una condanna a dieci anni di carcere per aver collaborato con la mala albanese. Ha procacciato ragazze dall'est per farle prostituire in Gallura, trovando per loro case e clienti

C’è un ombra nel passato di Vincenzo Milione, l’ex capo di Mara Favro, la donna di 51 anni scomparsa da Susa l’8 marzo. Il gestore della pizzeria Don Ciccio di Chiomonte, locale dove Mara lavorò otto giorni prima di scomparire nel nulla, è indagato per omicidio e occultamento di cadavere. E non si può spostare dalla sua pizzeria perché, come riporta oggi La Stampa, dal 2021 è considerato ancora “pericoloso” per il tribunale di sorveglianza di Torino. Non può allontanarsi la sera dalla sua residenza. Milione, che risulta oggi indagato con il pizzaiolo Cosimo Esposito (che dal locale si è licenziato rendendosi irreperibile alla stampa), ha alle spalle dieci anni di carcere inflitti dalla corte di appello di Cagliari per associazione a delinquere «con il ruolo di partecipe e lo stabile inserimento in un’organizzazione finalizzata a commettere delitti di riduzione in schiavitù e in materia di prostituzione». Per i giudici l’uomo «era l’anello di collegamento» con la mala albanese in un sistema che portò a diversi arresti tra suoi connazionali ed albanesi. Un sistema che poteva comprare ragazze – in Romania ed Ungheria – corrompendo funzionari per fare avere loro permessi di soggiorno. Giovani che poi, una volta sbarcate in Italia, volavano ad Olbia per esser vendute come schiave del sesso. Secondo quanto riporta il quotidiano torinese era Milione a sceglierle personalmente in Romania e a gestire la tratta, con l’ex moglie e altri condannati. E sempre il gestore avrebbe trovato case e clienti per loro. Stavolta però le indagini sono su qualcosa decisamente più pesante. In Val di Susa chi conosceva Mara è sicuro che non abbia fatto una buona fine. «Aveva una bimba di 9 anni – spiegano a La Stampa – non l’avrebbe lasciata per nessun motivo al mondo».

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