«Errori e incongruenze» nelle motivazioni, il Settebello non si arrende: la Fin valuta il ricorso al Tas dopo Italia-Ungheria

La Federnuoto mondiale ha respinto il ricorso italiano ma la decisione cita un articolo del regolamento che non esiste: le polemiche arbitrali dopo il quarto di finale alle Olimpiadi 2024

Non si arrende la Federazione italiana nuoto, dopo che la Federnuoto ha rigettato il ricorso presentato per la partita delle Olimpiadi 2024 di Parigi valida per i quarti di finale di pallanuoto tra Italia Ungheria. Subito dopo il fischio finale, erano montate le polemiche per l’espulsione dell’azzurro Condemi in seguito a un contrasto di gioco giudicato irregolare. Troppe le valutazioni dei giudici considerate «scellerate e vergognose». Ma le motivazioni presentate dalla Federnuoto non convincono la federazione italiana, che ora valuta l’appello al Tribunale arbitrale dello sport. «La giuria di appello», si legge nel comunicato, «ha respinto il ricorso motivandolo esclusivamente “on World Aquatics Competetion (sic) Regulations 13.1.1 and 20.3.7″. Il 13.1.1 riguarda le norme che disciplinano risorsi e appelli, il 20.3.7 non risulta esistere. Inoltre non è stata comunicata alla federazione nessuna squalifica comminata a Condemi, che quindi sarà regolarmente in vasca nella prossima partita. Questa sequenza di incongruenze sono oggetto di riflessione da parte della federazione italiana nuoto che sta valutando se presentare ricorso al TAS». La Fin aveva prima annunciato che «il match non si rigiocherà, il ricorso dell’Italia è stato respinto, ma viene cancellata la squalifica per Francesco Condemi in quanto decade la “brutalità” del suo gesto». Una decisione che sa di una nuova beffa per il Settebello. Davanti alla commissione hanno parlato lo stesso Condemi, il vicedirettore della Fin Giuseppe Marotta e il direttore tecnico Fabio Conti.


Il fallo da espulsione e la sconfitta

Durante il secondo tempo il catanese Francesco Condemi è stato, suo malgrado, il protagonista dell’episodio che ha scatenato le polemiche e poi il ricorso azzurro. L’italiano aveva segnato ma ma per gli arbitri durante il gesto del tiro aveva usato una condotta violenta. Quindi l’espulsione, il gol annullato e il successivo rigore per l’Ungheria che va in superiorità numerica per 4 minuti. Il Settebello risale da 2-4 fino a 6-4, poi subisce il ritorno ungherese e trova il 9-9 nel finale pirotecnico. Ai rigori, l’Ungheria capitalizza i miracoli del portiere Vogel: 12-10, Italia out.


La rabbia del ct Campagna nel post partita

«Non voglio pensare alla malafede. Scientificamente è impossibile il gioco violento quando un giocatore tira. È impossibile perché tu stai tirando, sei concentrato, compi il gesto e non puoi colpire l’avversario. È stata una decisione inaccettabile. Forse il sangue ha potuto impressionare, ma nella pallanuoto ci si può tagliare anche con una ditata. Dall’espulsione in poi abbiamo giocato una partita epica, straordinaria, meravigliosa. Cuore, determinazione, testa, coraggio: c’era tutto e mi dispiace che non sia bastato», aveva detto il ct azzurro Sandro Campagna dopo la sconfitta. Dichiarazioni che ora sembrano sostenute dalla stessa sentenza della World Athletics che appunto ha fatto decadere la “brutalità” del colpo di Condemi. L’errore, secondo il ct, ha poi condizionato la partita che si è poi conclusa con i rigori: «Tra l’altro i tiratori migliori hanno sbagliato i rigori, purtroppo può succedere. È difficile da accettare. Avessimo perso ai rigori una partita senza un episodio del genere probabilmente avrei analizzato anche le piccole debolezze o errori che abbiamo commesso. Recuperare una partita del genere e indirizzarla sui binari della vittoria penso che sia una cosa straordinaria. Non posso rimproverare niente ai ragazzi. Sono veramente orgoglioso di essere il loro allenatore», ha concluso Campagna.

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