Centro esplosivo: dopo l’addio di Marattin a Renzi, anche Calenda rischia di perdere Costa e gli altri popolari per il sostegno a Orlando in Liguria
Enrico Costa non risponde più nelle chat del partito. «Nessuno sa cosa fa», lamenta un dirigente di Azione. Nel partito, sono convinti che dopo l’addio di Luigi Marattin a Matteo Renzi, anche il deputato esperto di giustizia stia per scaricare il segretario Carlo Calenda. Il centro è in subbuglio. Andrea Marcucci, ex colonna dei riformisti nel Partito democratico, sembra dare fiducia a Marattin e all’associazione Orizzonti liberali: «Ci confronteremo per creare il nuovo e unico partito liberal democratico». Le intenzioni coincidono con quelle di Alessandro Tommasi, tra i più votati alle Europee nelle liste di Azione e che ha convocato a Milano, il prossimo 14 settembre, un «political party» della sua formazione Nos: l’intento per provare a rilanciare l’idea di un Terzo polo unito. Vi parteciperà lo stesso Marattin, che definisce Tommasi «un compagno di viaggio», dopo che quest’ultimo è stato «cacciato» da Azione.
L’incognita alleanze ai prossimi impegni elettorali
A Calenda, in questa fase, sono richiesti sforzi da equilibrista per evitare lo stillicidio dei suoi luogotenenti. La débâcle europea brucia ancora, ma sono i prossimi appuntamenti elettorali a far fibrillare le tante anime del partito: si va con il centrosinistra o con il centrodestra? Per le Regionali in Emilia-Romagna c’è stato poco margine di discussione. Matteo Richetti ha gestito le trattative per l’endorsement al candidato del Pd Michele De Pascale. L’attuale sindaco di Ravenna è un riformista, un moderato digeribile per i popolari che, nel tempo, sono confluiti in Azione. Invece, è ritenuto inaccettabile il sostegno ad Andrea Orlando per la Regione Liguria. Le ex di Forza Italia Mariastella Gelmini e Mara Carfagna, con particolare fervore della prima, minaccerebbero l’uscita nel caso in cui Azione decida di posizionarsi stabilmente nel campo del centrosinistra. E Orlando «è davvero troppo a sinistra per loro», continua la fonte interna.
Le regionali in Liguria
Il tema della Regionali in Liguria è il primo affrontato negli incontri con gli iscritti che Calenda, accompagnato da Ettore Rosato e Francesca Scarpato, sta tenendo in giro per l’Italia. Il segretario aveva chiesto ai responsabili del partito ligure di attendere prima di esporsi su Orlando. Ma loro non hanno aspettato e hanno fatto diffondere dei comunicati in cui schierano il partito con il centrosinistra per il post Giovanni Toti. Anzi, in caso di vittoria di Orlando, potrebbe essere già pronto un posto di assessora per Cristina Lodi, segretaria regionale di Azione. Anche il gruppo territoriale che fa riferimento a Lodi – che è stata la più votata tra le candidate donne di Azione alle Europee ed è inquadrata nella corrente di Richetti -, non è disposto a rinunciare alla corsa insieme a Orlando per la Regione.
L’elettorato giovane si allontana da Azione
Calenda, in queste ore, sta lavorando per tenere insieme i pezzi del suo partito. All’ala popolare, prova a far capire che l’eventuale scelta di aderire al campo largo, in Liguria, deriva da una richiesta del partito locale. Costa, ormai, è considerato da molti già in partenza. Ma è anche il movimento giovanile di Azione ad allarmare i vertici. Era uno dei partiti più votati tra gli under 25 alle Politiche del 2022. Adesso, l’appeal elettorale sui ragazzi si è smarrito. Per recuperarlo, i giovani iscritti chiedono a Calenda di abbracciare posizioni più progressiste su alcune questioni come l’eutanasia e la legalizzazione delle droghe leggere. Proprio quei temi che, se abbracciati, sancirebbero la rottura definitiva con i popolari di origine forzista e oggi si trovano con un piede fuori dal carro di Calenda.
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