Il centrodestra e la Manovra da vacche magre: «Quel poco che c’è andrà a famiglie, giovani e imprese. Bonus? Dimenticateli»
Un vertice con tutti i leader dei partiti di governo per fare il punto sulle grandi partite economiche dell’autunno. Oggi a Palazzo Chigi la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha visto i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Al centro della discussione, secondo quanto fatto sapere in una nota congiunta del centrodestra, la Legge di Bilancio per il 2025 e il Piano strutturale di medio termine, previsto dalla riforma delle regole del Patto di stabilità e crescita, che l’Italia dovrà presentare alla Commissione europea entro il prossimo 20 settembre. Il ministro Giorgetti, recita il resoconto ufficiale, ha illustrato agli altri leader la situazione dei conti pubblici italiani e le nuove procedure di bilancio da seguire alla luce del nuovo Patto di stabilità. Poi il confronto politico.
Margini (stretti) di manovra
Il comunicato del centrodestra non entra nello specifico delle misure che saranno adottate – su cui pure nelle scorse ore sono iniziate a circolare una serie di indiscrezioni, in particolare sul fronte pensioni. Ma lascia intendere con sufficiente chiarezza che di interventi di grande entità – visto il quadro di finanza pubblica – non è proprio aria. «È stata ribadita la volontà di proseguire nel solco di una politica di bilancio seria ed equilibrata», si legge nella nota, «confermare quanto di buono è stato fatto e verificare cosa di nuovo può essere attuato concentrando tutte le risorse a disposizione sulle priorità già indicate (famiglie, imprese, giovani e natalità)». Quel poco che si potrà spendere, insomma, andrà su questi capitoli prioritari. E se gli italiani vogliono sapere il perché di una finanziaria che si preannuncia tanto magra, il centrodestra di governo ha già pronta la risposta. «Metteremo definitivamente la parola fine alla stagione dei bonus, che hanno dimostrato di non produrre alcun risultato», è la pietra tombale posta dai leader di governo. Riferimento neppure velato alle agevolazioni generose concesse negli scorsi anni dallo Stato, con particolare riguardo a quel Superbonus (disegnato dal governo Conte bis) che Giorgetti e Meloni hanno più volte denunciato come una mannaia sui conti dello Stato. annunciano.
Non chiamatela austerità
«Discuteremo una manovra che non sarà lacrime e sangue, ma non dovremo nemmeno sperperare denaro pubblico», ha detto il vicepremier Tajani nel corso di un convegno di Confartigianato, interpretando la stessa linea. «Il vero modo per combattere il debito pubblico è andare avanti con la crescita», ha concluso il leader di Forza Italia.
Leggi anche:
- Pensioni a 70 anni per gli statali, le minime fino a 630 euro e stop a quota 41: cosa ci sarà nella legge di bilancio
- Manovra, il governo accelera. Freni: «Vale 25 miliardi». Meloni: «No a soldi gettati dalla finestra»
- L’ira di Meloni sull’assegno unico: «Ma quale abolizione, diffidate delle ricostruzioni». E attacca l’Ue sul sostegno agli immigrati – Il video