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Pensioni a 70 anni per gli statali, le minime fino a 630 euro e stop a quota 41: cosa ci sarà nella legge di bilancio

09 Settembre 2024 - 08:48 Ugo Milano
forum cernobbio meloni sangiuliano zelensky
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Il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo: «L'opzione sarà solo su base volontaria». Confermato l'assegno unico

È tempo di bilanci, o meglio, di legge di bilancio. Dopo le anticipazioni fornite durante il 50esimo Forum Ambrosetti di Cernobbio, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si appresta a varare la sua nuova legge di bilancio insieme alla squadra di governo. Il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, in un’intervista al Corriere, lancia un’ipotesi: ovvero di trattenere un numero limitato di dipendenti pubblici fino ai 70 anni. Ma rassicura: «Sarà su base volontaria». Il Giorno invece anticipa che le pensioni minime nel 2025 dovrebbero arrivare fino ai 630 euro. Molto al di sotto delle richieste di Forza Italia, mille euro, ma il governo lavora con margini di manovra ristretti. Entro il 20 settembre, ci saranno dei ritardi, i Paesi europei dovranno inviare a Bruxelles il Piano strutturale di bilancio in base alle nuove leggi Ue.

Statali in pensione a 70 anni

Con la prossima legge di bilancio, stimata tra i 20 e i 25 miliardi di euro, il governo intende confermare le «misure a favore delle famiglie, dei giovani e delle imprese che assumono. Anche la Pubblica Amministrazione è un volano di crescita», ha dichiarato nella sua intervista Zangrillo. Per questo il ministro punta ad «assumere 350mila giovani entro il 2025», per aggiornare il personale statale. Ma se da un lato si punta a “svecchiare” l’organico, l’età media ora è di 49 anni, il governo ragiona anche su un rinvio del pensionamento. «Con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti stiamo ragionando l’opportunità di approfondire l’opportunità di trattenimento fino a 3 anni in più», spiega Zangrillo. L’opzione varrà per tutte le amministrazioni, anche quelle decentrate, sempre e solo su base volontaria: il ministero pensa che la misura possa impattare una platea del 10%. Il Mef sta svolgendo le simulazioni per valutare il risparmio previdenziale.

Le pensioni minime

Sempre delle simulazioni sono in corso in questi giorni per sondare la possibilità di innalzare, seppur di poco, le pensioni minime. Il cavallo di battaglia di Forza Italia si fermerebbe ben lontano dai mille euro richiesti: la manovra potrebbe garantire un aumento fino ai 620-630 euro. «Le pensioni minime sono una delle nostre priorità, in generale le pensioni basse. Abbiamo fatto una rivalutazione al 120% per le pensioni minime, che sono cresciute in modo significativo», ha chiarito la premier. Il riferimento è all’adeguamento all’inflazione delle pensioni avvenuto quest’anno. Adeguamento che è arrivato in formula piena solo per quelle fino a 2.270 euro mensili. Le minime hanno goduto anche di un super adeguamento, valido solo per il 2024, che le ha innalzate fino a 614,77 euro mensili.

Quota 41

Dai corridoi del Mef trapelano poi indiscrezioni di un possibile stallo sulla nuova quota 41, anni di contributi da versare. All’orizzonte ci sarebbe l’eventualità di confermare tutti i meccanismi di flessibilità al momento attivi per poi aprire un tavolo nel 2025 per riformare tutto il sistema pensionistico. I vertici della Lega però insistono con il corollario del ricalcolo dell’assegno con un metodo per intero contributivo: una misura che causerebbe un taglio dell’assegno del 15-20%, dipende dai casi.

L’assegno unico

L’assegno unico resterà, forse con qualche ritocco. Per esempio, i tecnici del Mef non escludono che ci possa essere qualche taglio nel sostegno alle famiglie più benestanti. Nel 2025 saranno però confermati gli sgravi contributivi per le mamme, con due o più figli, che lavorano. Agevolazioni che potrebbero essere estese anche alle lavoratrici autonome. Infine, potrebbe esserci anche un ulteriore intervento in favore dei congedi parentali.

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