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Paralimpiadi, la riflessione di “Rigi” sulla disabilità dopo l’oro: «Basta chiamarmi supereroe. Sono solo una persona forte e fortunata»

09 Settembre 2024 - 17:25 Ugo Milano
paralimpiadi parigi 2024 Rigivan Ganeshamoorthy
paralimpiadi parigi 2024 Rigivan Ganeshamoorthy
«Questa vittoria la dedico soprattutto a quelle persone con disabilità che si sentono limitate dalle loro condizioni», scrive l'atleta in un lungo post social

Fa ancora fatica a realizzare la vittoria Rigivan Ganeshamoorthy, detto Rigi, l’atleta 25enne che lo scorso primo settembre ha vinto la medaglia d’oro nel lancio del disco alle Palalimpiadi di Parigi 2024. Romano, originario dello Sri Lanka, il giovane ora ha scelto di scrivere e condividere un lungo post sui suoi profili social dove, da un lato, ringrazia le persone che hanno contribuito al successo sportivo, dall’altro, si concede una riflessione sulla disabilità e la percezione di essa. «Vorrei cogliere l’occasione per dire una cosa. In questi giorni molte persone mi hanno dato del “supereroe”. Ecco, io non mi sento affatto un supereroe», premette l’atleta. «Sono solo un ragazzo di 25 anni che ha preso in mano la sua “nuova vita” e ha deciso di cogliere tutte le opportunità. Tra queste lo sport, piuttosto che chiudersi in casa per non avere addosso lo sguardo di compassione delle altre persone», prosegue.

«Sono solo una persona forte e fortunata»

«Ovviamente tutto questo non è stato immediato, ma ha richiesto tempo e le persone giuste al mio fianco. Più che un supereroe, quindi, penso di essere una persona forte e fortunata perché ho avuto accanto delle persone che mi hanno aiutato moltissimo, supportato e fatto forza. Senza di loro non ce l’avrei mai fatta!», ci tiene a precisare. Poi la dedica della vittoria al mondo delle persone con disabilità: «Questa medaglia la dedico a tutta l’Italia e a tutti gli italiani. La dedico a tutte le persone con disabilità che si sono fatte forza e hanno ripreso in mano la loro vita, ma soprattutto a tutti coloro che sono chiusi in casa e si sentono “limitati” dalle loro condizioni», scrive Rigi. E conclude: «Se c’è una cosa che mi ha insegnato la disabilità è che dietro a ogni limite si nasconde l’opportunità di trovare una soluzione e che i limiti esistono per essere superati».

Foto di copertina: ANSA / CIP – Eva Pavia

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