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Rozzano, il 19enne Daniele Rezza resta in carcere per l’omicidio di Manuel Mastrapasqua: cosa sappiamo finora

14 Ottobre 2024 - 22:11 Alba Romano
È stato convalidato dal gip il fermo per il giovane che nella notte tra giovedì e venerdì ha ucciso con una coltellata e ha poi rapinato di un paio di cuffiette wireless il 31enne

È stato convalidato in serata dal gip il fermo per Daniele Rezza, il 19enne che nella notte tra giovedì 10 e venerdì 11 ottobre ha ucciso con una coltellata e ha poi rapinato di un paio di cuffiette wireless il 31enne Manuel Mastrapasqua a Rozzano, nel Milanese. Il giovane, con altri due processi alle spalle, tra cui quello che si celebrerà domani al Tribunale dei Minorenni per il furto di un motorino, rubato quando aveva 17anni, rimarrà nella sua cella a San Vittore con le accuse di «omicidio» e «rapina impropria aggravata». Durante l’interrogatorio reso al giudice per le indagini preliminari Domenico Santoro, Rezza ha raccontato di essere uscito la notte dell’omicidio «attorno alle 2». Era «armato di un coltello» preso da casa e non aveva «la lama pieghevole», ha raccontato il giovane al gip, aggiungendo che giovedì scorso per lui «era una giornata no». Quel pomeriggio – ha proseguito Rezza – «avevo anche bevuto circa 5-6 drink, poi due bottiglie di vodka, comunque ero in piedi, non mi ricordo bene alcune cose che sono successe, ad esempio dove ho buttato il coltello, tanto è vero che, pur avendolo cercato con i Carabinieri, non l’abbiamo trovato». Poi l’arrivo in viale Romagna: «Ero in senso di marcia opposto rispetto ad un ragazzo. Questo ragazzo non lo conoscevo, non lo avevo mai visto». 

L’incontro con Mastrapasqua e l’accoltellamento

«Appena l’ho visto in lontananza – prosegue l’interrogatorio riportato nel provvedimento del giudice – mi è partita la decisione di prendergli tutto, tutto quello che aveva. Mi sono avvicinato (…) ad una distanza di circa due metri, un metro e mezzo per strappargli le cuffie che aveva dietro la nuca, al collo», afferma Rezza. «Lui allora si è avventato su di me, non è che mi ha tirato pugni, non mi ricordo le cose specifiche perché non ero molto lucido, avendo bevuto un bel po’. Ha iniziato a colpirmi – ha continuato – ricordo due colpi, ma non mi ricordo il modo preciso. Poi arriva l’adrenalina, mi difendo e ho preso il coltello conficcandoglielo sul petto ma l’ho tolto subito e non ho visto il sangue. Ho sentito solo un sospiro, qualcosa, e da lì sarà caduto a terra ma non ci ho fatto caso, perché sono scappato subito dopo averlo accoltellato».

La confessione ai genitori

La mattina dopo il delitto, ossia venerdì mattina, va avanti l’interrogatorio, quando in casa si è saputo della morte di un ragazzo a Rozzano, lui ha detto «forse sono stato io, ma mio padre era convinto che fosse stato qualcun altro. Alla fine quella mattina gliel’ho detto che ero stato io, ma lui non ci credeva (…), non riusciva ad accettarlo», ha sottolineato il 19enne. Il padre di Rezza, stando a quanto riporta il gip, «ha invitato» il figlio, si legge nel provvedimento riportato dall’Ansa, «a disfarsi delle cuffie sottratte al Mastrapasqua». Cuffie che sono state ritrovate dagli investigatori in un bidone della spazzatura, dove Maurizio Rezza, padre di Daniele, «su indicazione del figlio, aveva provato ad occultarle». 

«Ho distrutto due famiglie»

Due giorni fa, nell’immediatezza del fermo, Rezza aveva confidato a Maurizio Ferrari, il suo ormai ex difensore che ha revocato il mandato, di aver «distrutto due famiglie». Quella del 31enne e la sua. Intanto, sui genitori del 19enne, ora “vigilati” dalle forze dell’ordine a causa della loro sovraesposizione, si stanno addensando interrogativi anche se non risulta siano indagati. Gli inquirenti si chiedono perché, la mattina dopo dell’omicidio, quando il figlio ha raccontato di avere accoltellato una persona ma di «non averla vista cadere né di aver visto il sangue», non gli hanno creduto e non lo hanno portato a costituirsi. E perché il padre, che non solo ha gettato via le cuffiette rubate, ha accompagnato il figlio alla stazione ferroviaria di Pieve Emanuele favorendo la sua quasi impossibile fuga verso la Francia. Quando alla stazione di Alessandria, è stato notato e fermato dagli agenti della Polfer per il suo vagare in modo sospetto, ed ha confessato l’omicidio, aveva in tasca solamente 10 euro e nessun indumento di ricambio. 

Foto copertina: ANSA/Carabinieri: Un fermo immagine tratto da un video dei Carabinieri che riguarda l’omicidio di Manuel Mastrapasqua a Rozzano, nel Milanese

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