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Alessandro Giuli e quel nuovo fumoso discorso a Francoforte che ricorda i pilastri del filosofo Julius Evola – Il video

17 Ottobre 2024 - 18:17 Stefania Carboni
Il pensiero solare e lo spirito mediterraneo ricordano lo scrittore e filosofo che per primo ispirò il mito romano poi usato nelle ideologie fascista e nazionalsocialista

Sta facendo discutere un nuovo discorso del ministro della Cultura Alessandro Giuli, questa volta alla Buchmesse, ovvero la Fiera del Libro di Francoforte, dove l’Italia è Ospite d’Onore. «Posso dire che siamo qui per riaffermare la centralità di quel che si può chiamare pensiero solare – ha dichiarato il neo ministro alla Cultura – , il punto d’incontro tra la rigidità delle ideologie, della battaglia delle idee, che si discioglie nella luce meridiana dello spirito mediterraneo». Ma se per esporre le linee guida del suo dicastero a deputati e senatori riuniti in Commissione ha citato (sbagliando) Hegel, stavolta il ministro fa un ritorno alle passioni giovanili, se si può dire. Parla di pensiero solare, battaglia delle idee, luce meridiana ma soprattutto spirito mediterraneo. Ovvero un discorso che echeggia Julius Evola, scrittore filosofo ed esoterista italiano, spesso presente nelle ideologie del fascismo e nel nazionalsocialismo.

Evola e la tradizione mediterranea: la sfida alla Chiesa in “Imperialismo pagano”

Evola, stimato da Mussolini (anche se non aderì mai al Partito Nazionale Fascista) è conosciuto per l’esaltazione dell’antico Romano Impero e una teoria della razza in chiave spirituale. Per esempio nel suo “Imperialismo pagano“, uscito nel 1928, per la casa editrice Atanòr (prima dei Patti Lateranensi) esorta il fascismo a rompere con il Cristianesimo ritrovando l’antico Romano Impero, testualmente: «Oserà dunque il fascismo assumere qui, qui donde già le aquile imperiali partirono per il dominio del mondo sotto la potenza augustea, solare, regale (…) oserà qui riprendere la fiaccola della tradizione mediterranea?». Per chi seguiva già Giuli quando firmava su Il Foglio, nulla di nuovo. Anche perché, come ben sottolinea Luca Casarotti in un fine ritratto del neoministro su Jacobin, il numero uno al Mic è un evoliano doc: «Prosa enfatica, che vorrebbe evocare una qualche sacralità, cioè avere un effetto di suggestione anche per mezzo dell’accostamento arbitrario di etimologie ed espressioni latine tra loro irrelate, coartare all’imitazione dei valori evocati, ma che non spiega, non significa davvero». Il leader di Azione, Carlo Calenda è impietoso: «Immagino i poveri interpreti alle prese con “la luce meridiana dello spirito mediterraneo”. Giuli sarebbe anche spassoso se non fosse tragico per l’immagine di un settore già sottofinanziato e privo di un piano strategico da anni. Ci sono 850.000 persone che lavorano nella cultura in Italia. Non credo sia particolarmente divertente per loro vedere un Ministro che copre di ridicolo l’Italia in una delle più importanti fiere mondiali del libro. Tanto più dopo le figuracce di Sangiuliano a questo delirio va dato uno stop ed è responsabilità di Giorgia Meloni farlo. Uno normale».

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