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Telemarketing, numeri nascosti e raccolta illegale: così i call center aggirano i divieti. In arrivo la stretta del governo

21 Ottobre 2024 - 08:40 Ugo Milano
Oggi arrivano agli italiani fino a 20 telefonate moleste a settimana. L'iscrizione al Registro pubblico delle opposizioni non è sufficiente

Sono passati circa due anni da quando i cittadini possono chiedere l’iscrizione del proprio numero al Registro pubblico delle opposizioni ed evitare telefonate indesiderata da parte di aziende che offrono servizi, novità commerciali, promozioni e persine truffe. Eppure, la pratica del commercio telefonico aggressivo non si ferma. Molto spesso gli operatori aggirano i divieti. Assoutenti e un sondaggio di Nord VPN del 2023 denunciano il trend in crescita. «Oggi arrivano agli italiani fino a 20 telefonate moleste a settimana, 80 al mese» dai circa 1800 call center legali (e pure illegali) d’Italia. 

Il codice 

Con il «Codice di condotta per le attività di telemarketing e teleselling» da poco entrato in vigore, il Garante della privacy punta a mettere un argine alle telefonate indiscriminate dopo l’ondata di reclami e lamentele delle famiglie che si erano affidate al Registro delle opposizioni poi aggirato dagli operatori. Fra le novità, una stretta alle sanzioni di chi viola la privacy dei cittadini, nuovi obblighi per società committenti e call center, telefonate da numeri identificabili e solo dalle 9 alle 20, mai nei giorni festivi. Più nello specifico, gli operatori dei call center devono fornire agli interessati, nel corso della telefonata e senza eccezioni, informazioni sul trattamento dei dati personali e sulle modalità di esercizio dei diritti. E su richiesta dell’interlocutore sono anche obbligati a comunicare in che modo hanno avuto il numero telefonico della persona contattata.

La (futura) stretta del governo

L’esecutivo sarebbe pronto, sottolinea il Messaggero, a varare entro l’inizio del 2025 una nuova legge per il settore. Tra le misure: più poteri all’Antitrust per raddoppiare le sanzioni milionarie (che oggi fa solo il Garante della Privacy) e l’obbligo di utilizzo di un protocollo informatico per certificare i numeri e limitare le truffe. Per il ministro del made in Italy, Adolfo Urso, il Registro delle opposizioni – che ha raggiunto 30 milioni di numeri iscritti e oltre 5 milioni di contatti verificati – non è sufficiente. Una ulteriore proposto, in via di definizione, punta inoltre a rendere obbligatorio per tutti gli operatori l’utilizzo di protocolli di trasmissione telefonica per certificare l’identità di chi chiama. Il Garante, sottolinea il quotidiano romano, ne starebbe parlato con i principali operatori telefonici, partendo dal protocollo “Stir/Shaken” approvato di recente negli Usa, in Francia e in Canada. 

Foto copertina: © Flynt | Dreamstime 

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