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Vasco Rossi fa arrabbiare il governo. Il post per ricordare il padre: «Non ci crederai ma sono tornati». Mollicone: «Sillogismo falso»

01 Novembre 2024 - 21:13 Stefania Carboni
Dopo le righe che hanno scatenato l'indignazione dei giornali filogovernativi e del presidente della Commissione Cultura alla Camera (di FdI) il rocker insiste e posta i tantissimi messaggi di stima ricevuti

Vasco Rossi non molla. Nelle sue stories pubblica i tanti messaggi di sostegno che ha ricevuto e un editoriale di oggi su La Stampa in cui si cita del suo “caso”. «Sarà libero Vasco Rossi di ricordare suo padre senza che qualcuno del governo dica “eh però”? Pare di no». Ma qual è la colpa di Vasco? Aver ricordato suo padre, orgoglioso antifascista e antinazista, nel giorno dell’anniversario della sua morte, facendo irritare il governo.

Ma partiamo dall’inizio. Il papà del rocker è Giovanni Carlo, detto Carlino, morto nel 1979, di mestiere camionista. Durante la seconda guerra mondiale, precisamente dopo l’8 settembre 1943, fu fatto prigioniero dai tedeschi all’Isola d’Elba e portato in Germania, a Dortmund, in un campo di lavori forzati. Lì ci rimase per due anni, era uno dei migliaia di soldati italiani che di rifiutarono di combattere per i tedeschi e quindi contro italiani. Vasco spesso ha parlato della sua storia, del fisico minato dell’uomo, che tornò da quel campo pesando 37 chili. «Il 31 ottobre del 1979 te ne sei andato piegato dalla fatica. Ricordo ancora il tuo mezzo sorriso, caro papà… dolce e gentile… L’altra metà te l’avevano portato via i due anni di lager Nazista a Dortmund che avevi dovuto scontare per non esserti voluto piegare alla barbarie del Nazi Fascismo. Non ci crederai – si legge nell’intervento su Instagram – … ma sono tornati… lupi travestiti da agnelli…bulli.. arroganti e le facce ghignanti. Con i loro deliri ..i loro dileggi… la loro propaganda… e la stessa ignoranza! Io resto orgoglioso di te! Viva Giovanni Carlo Rossi… Papà Carlino!».

Mollicone (FdI): «Solidali della tua memoria familiare ma è un sillogismo falso e offensivo»

Il post del cantante ha suscitato l’indignazione del presidente della commissione Cultura alla Camera Federico Mollicone: «Caro Vasco, siamo tutti solidali e rispettosi della tua memoria familiare e condividiamo il senso profondo di questo tuo ricordo, ma con il tuo assurdo paragone oltraggi milioni di italiani che hanno dato fiducia a questo governo affermando un sillogismo falso e offensivo tra il passato che non passa e il presente che ci dà ragione – ha dichiarato all’Adnkronos il deputato di Fratelli d’Italia – Forse Vasco non sai che ‘siamo solo noi’ che, su proposta del centrodestra attraverso l’onorevole Mulè, con relatrice Di Maggio, approvammo in consultiva con votazione unanime, nella commissione che ho l’onore di presiedere, la legge per istituire la giornata Imi degli internati militari, ora in fase di approvazione al Senato, che onora tuo padre e 600mila internati. Continueremo a cantare le tue canzoni senza sentirci figli di un dio minore…», spiega il parlamentare.

I messaggi dei followers a Vasco: «Non c’è futuro senza ricordare il passato»

Non la pensano così diverse persone tra cui Giovanni Barbera, membro del comitato politico nazionale di Rifondazione Comunista: «D’altronde come si fa a dare torto a Vasco Rossi? – dichiara – questi due anni di governo Meloni sono stati caratterizzati dai continui tentativi di riscrivere la storia del Paese». Gli attestati di stima verso il rocker sono tanti e arrivano dai suoi fan. «Non c’è futuro senza ricordare il passato, purtroppo l’ignoranza è frutto della memoria perduta», è uno dei tantissimi commenti riportati dall’artista. E ancora: «Complimenti al papà per il comportamento, a te per la grande verità che dici».

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