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Siria, i ribelli prendono il controllo di Aleppo e impongono un coprifuoco: civili in fuga. Tajani: «Nessun rischio per i 300 italiani»

30 Novembre 2024 - 20:29 Alba Romano
Assad e la Russia bombardano la città per provare a fermare i ribelli. In corso l'evacuazione dell'Onu

Jihadisti siriani e ribelli alleati hanno preso il controllo dell’aeroporto di Aleppo, dopo il ritiro delle forze iraniane e governative di Damasco dallo scalo internazionale. Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui i ribelli controllerebbero ora la quasi totalità della città, compresi i centri governativi e le prigioni. La Russia ha lanciato raid aerei sulla città siriana. Si tratta della prima volta che i caccia di Mosca intervengono nella zona dal 2016. In seguito all’attacco, è stato distrutto il quartier generale dei ribelli siriani e diversi veicoli militari e ci sarebbero quattro morti. Nel frattempo, l’esercito siriano, sostenuto dalla forza aerospaziale russa, ha sferrato un attacco contro i ribelli jihadisti: lo riporta il ministero della Difesa russo, citato dalla Tass. Il presidente siriano Bashar al-Assad, in un colloquio telefonico con la sua controparte degli Emirati, promette di «sconfiggere i terroristi indipendentemente dalla grandezza dei loro attacchi». Stando a quanto riportano la maggior parte dei media turchi, a Damasco sarebbe in corso il tentativo di un colpo di Stato.

Dieci anni dopo

I combattenti dell’opposizione, guidati dal gruppo militante islamista Hayat Tahrir al-Sham, hanno effettuato un’incursione a sorpresa nelle città controllate dal governo questa settimana e hanno raggiunto Aleppo quasi un decennio dopo essere stati costretti ad andarsene da Assad e dai suoi alleati. All’esercito siriano è stato ordinato di seguire gli ordini di ritiro sicuro dalle principali aree della città in cui sono entrati i ribelli. Mustafa Abdul Jaber, comandante della brigata ribelle Jaish al-Izza, ha affermato che la loro rapida avanzata questa settimana è stata aiutata dalla mancanza di militari dell’Iran nella più ampia provincia di Aleppo.

L’Onu lascia Aleppo

Le Nazioni Unite hanno avviato un’evacuazione da Aleppo verso Damasco. Un primo convoglio di auto è già in viaggio per uscire dalla città, mentre altri pullman sono in attesa. A bordo del primo convoglio, apprende l’Ansa da fonti della Farnesina, ci sono anche alcuni italiani. All’ambasciata di Damasco è presente anche il nuovo ambasciatore Stefano Ravagnan, che sta lavorando in stretta collaborazione con Palazzo Chigi e il ministero degli Esteri e riceverà i connazionali. «120 italiani ad Aleppo». «Non ci sono pericoli per i nostri connazionali anche perché i ribelli hanno detto chiaramente che non toccheranno e non faranno operazioni ostili nei confronti dei civili e in particolare degli italiani e dei cristiani», ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani. «Domani è prevista la partenza da Aleppo verso Damasco di un convoglio dell’Onu. Faranno parte di questo convoglio alcuni italiani mentre molti altri italiani vogliono restare, si tratta di famiglie miste italo-siriane e religiosi italiani. Al momento non c’è stato nessun problema per i nostri concittadini», ha assicurato.

Migliaia di civili in fuga

In seguito all’incursione dei gruppi armati antigovernativi, decine di migliaia di civili sono in fuga da Aleppo verso le zone rurali di Idlib, nel nord-ovest della Siria. Lo riporta il quotidiano pakistano The Express Tribune, secondo cui le forze di opposizione controllano oltre 400 chilometri quadrati di territorio. I jihadisti sostenuti dalla Turchia hanno annunciato l’imposizione di un coprifuoco di 24 ore, che scatterà alle 17 di oggi (le 16 in Italia) e terminerà alla stessa ora di domani.

Il collegamento con Israele e Iran

Gli alleati dell’Iran nella regione hanno subito una serie di colpi per mano di Israele mentre la guerra di Gaza si espandeva in tutto il Medio Oriente. I combattenti hanno affermato che la campagna era in risposta agli attacchi intensificati nelle ultime settimane contro i civili da parte dell’aeronautica russa e siriana nelle aree di Idlib controllate dai ribelli e per prevenire eventuali attacchi da parte dell’esercito siriano. Fonti dell’opposizione in contatto con l’intelligence turca hanno detta che la Turchia, che sostiene i ribelli, ha dato il via libera all’offensiva. Ma il portavoce del ministero degli Esteri turco Oncu Keceli ha affermato venerdì che la Turchia ha cercato di evitare una maggiore instabilità nella regione e ha avvertito che i recenti attacchi hanno minato gli accordi di de-escalation. L’attacco è il più grande da marzo 2020, quando Russia e Turchia hanno concordato un accordo per de-escalation del conflitto.

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