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Libertà di stampa, l’Italia scende al 49esimo posto nel mondo: prima la Norvegia, calano anche gli Usa di Trump

02 Maggio 2025 - 08:34 Bruno Gaetani
classifica liberta stampa 2025 posizione italia
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Secondo Reporter Sans Frontieres, nel nostro Paese pesano le minacce della criminalità organizzata e i condizionamenti della politica. Ecco la classifica completa

L’Italia si piazza al 49esimo posto nella classifica globale sulla libertà di stampa stilata ogni anno da Reporters Sans Frontieres, scendendo di tre posizioni rispetto allo scorso anno e ottenendo il peggior risultato dei Paesi dell’Europa occidentale. La Norvegia si conferma sul gradino più alto del podio, seguita da Estonia e Paesi Bassi. Al lato opposto della classifica si collocano invece la Cina (178esima), la Corea del Nord (179esima) e l’Eritrea (180esima). In linea generale, il quadro tracciato dall’organizzazione Reporter Sans Frontieres è piuttosto cupo. «La situazione della libertà di stampa globale nel 2025 è ai minimi storici», spiega l’organizzazione nella sua analisi. «Più di metà della popolazione mondiale vive in Paesi con una situazione “molto grave”».

La libertà di stampa in Italia

Per quanto riguarda il brutto risultato dell’Italia, secondo il report di Rsf il principale ostacolo a una libera informazione restano le minacce delle «organizzazioni mafiose, in particolare nel Sud del Paese, nonché dei vari gruppi estremisti che commettono atti di violenza». Ma a questo si aggiunge anche il ruolo della politica, che secondo l’organizzazione tenta di «ostacolare la libera informazione in materia giudiziaria attraverso una “legge bavaglio” che si aggiunge alla prassi di azioni legali intentate per intimidire, imbavagliare o punire coloro che cercano di partecipare e di esprimersi su questioni di interesse pubblico».

Europa prima della classe, gli Stati Uniti di Trump perdono posizioni

Tra i Paesi del G7 c’è però chi fa ancora peggio dell’Italia. È il caso degli Stati Uniti, che passano dal 55esimo al 57esimo posto. Reporter Sans Frontieres sostiene che negli Usa sia in corso «il primo significativo e prolungato declino della libertà di stampa nella storia moderna» e che «il ritorno di Donald Trump alla presidenza sta aggravando notevolmente la situazione». L’Europa, al contrario, si conferma la regione del mondo in cui i giornalisti possono fare informazione con maggiore libertà. Anche se, precisa Rsf, sono solo sette i Paesi europei in cui la situazione viene valutata come «buona».

Nell’edizione 2025 della classifica di Rsf c’è spazio anche per alcune sorprese. Trinidad e Tobago, per esempio, si piazza al 19esimo posto, davanti al Regno Unito, mentre Taiwan al 24esimo, davanti alla Francia. Tra le retrocessioni eccellenti c’è anche la Germania, che esce dalla top ten a causa del «clima di lavoro sempre più ostile per i professionisti dei media, in particolare a causa degli attacchi dell’estrema destra».

I criteri della classifica di Rsf sulla libertà di stampa

La classifica di Rsf, pubblicata alla vigilia della Giornata internazionale della libertà di stampa, che si celebra ogni anno il 3 maggio, prende in considerazione cinque criteri di valutazione: politica, diritti, economia, socio-cultura e sicurezza. Secondo l’organizzazione, sono due i principali problemi che si trova ad affrontare oggi il giornalismo. Innanzitutto, «una situazione di sicurezza fragile e il crescente autoritarismo». In secondo luogo, le fragili condizioni economiche, tanto dei giornalisti quanto delle aziende di media. «Il giornalismo indipendente è una spina nel fianco degli autocrati, ma se i media sono finanziariamente in difficoltà, chi smaschererà disinformazione, disinformazione e propaganda?», si chiede l’organizzazione.

Foto copertina: Dreamstime/Lawreyanstis

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