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Dolan, il cardinale di New York, e l’attesa per il Conclave: «Il prossimo Papa? Una miscela degli ultimi 3». E sgrida Trump

04 Maggio 2025 - 14:16 Sofia Spagnoli
timoty dolan cardinale messa roma
timoty dolan cardinale messa roma
Il cardinale della Grande Mela, Timothy Dolan, ha celebrato la messa nella chiesa di cui è titolare

La foto caricata dal presidente Donald Trump in cui il tycoon si ritrae con mitra dorata, crocifisso d’oro e dito alzato verso i fedeli non ha certo fatto sorridere gli ambienti ecclesiastici: «Non c’è niente di intelligente o divertente», scrivevano ieri dalla dalla conferenza dei vescovi di New York. E non l’ha gradita neanche il cardinale della Grande Mela, Timothy Dolan, grande elettore nel Conclave e soprannominato da molti “il preferito di Trump”. Questa volta il reprobo da correggere è proprio il presidente degli Stati Uniti. All’uscita dalla chiesa di Nostra Signora di Guadalupe a Monte Mario, dove ha celebrato l’ultima messa prima del Conclave del 7 maggio, perché in questa parrocchia è “incardinato” (ogni cardinale ha una chiesa nella città di Roma di cui è titolare ma dove quasi tutti tornano solo in occasione del Conclave), Dolan scuote la testa: «No buono. Spero non fosse coinvolto». E alla domanda se si sia sentito offeso, taglia corto: «Offeso? Mah… come dicono gli italiani, è stata una brutta figura». Poi ci ritorna, conclusa la funzione, con tono più severo: «Il presidente della Casa Bianca dovrebbe chiedere scusa ai cattolici americani. Li ha offesi».

Il suo rapporto con Trump

Commenti che sorprendono, perché Dolan – volto di punta dell’ala conservatrice della Chiesa americana – è da anni considerato molto vicino a Donald Trump. Ha pregato per lui alla cerimonia d’inaugurazione nel 2017. E dopo i tentativi di attentato contro il tycoon nel 2024, fu lui a evocare un paragone potente: quello con Reagan e Giovanni Paolo II, entrambi sopravvissuti a un attentato. «Forse Dio ha ancora un compito per lui», disse allora, lasciando intravedere una lettura quasi mistica del destino del leader repubblicano. Dolan non è tra i papabili in questo Conclave. Ma tutti sanno che sarà l’uomo delle alleanze. Il suo peso si farà sentire dietro le quinte, nei dialoghi tra correnti, nella costruzione del consenso. Un “kingmaker” più che un re, ancora una volta: partecipò anche al Conclave del 2013, dopo il quale fu eletto Papa Francesco.

Il prossimo Papa, miscela degli ultimi 3

Alla domanda su quali caratteristiche si aspetta dal prossimo pontefice, Dolan risponde: «Siamo fortunati, con i papi che abbiamo avuto ultimamente perché avevano delle buonissime caratteristiche – spiega – E speriamo che il prossimo Papa possa averle tutte, sto pensando ovviamente a Papa Francesco, Benedetto XVI col suo intenso intelletto, penso a Giovanni Paolo II col suo coraggio. Siamo fortunati perché potremmo addirittura fare una miscela degli ultimi Papi. Se avessimo una combinazione di tutto ciò sarebbe una benedizione». Ma secondo lei ci sarà un Francesco II? Gli chiediamo. «Speriamo! Ne abbiamo bisogno. Soprattutto che abbia lo stesso sorriso, la stessa semplicità, la stessa umiltà. Papa Francesco è stato bravo».

Durante la funzione

Durante la funzione Dolan ha chiesto più volte ai presenti di pregare per lui e per tutti i cardinali. «Pregate, d’accordo?», si mette a ridere. La sua omelia è stata breve, quasi fulminea: «Francesco ci diceva sempre: “non fate prediche lunghe”, quindi basta così». Applausi, commozione, anche tra i sacerdoti presenti. A più battute il parroco si emoziona. Presente anche il prete che lo accolse nel 2013. Gli chiediamo: E’ sempre così simpatico? «Ma scherzi? Lui è un grande», risponde.

Fuori dalla chiesa

I parrocchiani accolgono Dolan con piacere e lui si intrattiene a lungo fuori dalla chiesa con i fedeli. Poi racconta ai giornalisti: «Prima di partire, il cardinale Re ci ha detto: “Accertatevi che la gente preghi per noi, perché ne abbiamo davvero bisogno”. Nel 2013 ero agitatissimo, era la mia prima volta. Ora sono più rilassato. Quella esperienza mi ha insegnato molto». E cosa è cambiato? «Allora ero il cardinale più giovane. Mi farò portatore di onestà, carità e fiducia».

La passione per la cucina

Mancano solo due giorni all’inizio del Conclave e i giornalisti incalzano: «Ha già scelto un nome?» Il cardinale Dolan sorride: «Non dobbiamo pensare più. Due giorni bastano». Poi cambia discorso: «Ho fame, dove posso trovare un buon piatto?». Ferma una signora, sua conoscente, e gli chiede: «Posso venire a casa tua a mangiare?». Che fosse una buona forchetta non è una novità: già dopo il precedente Conclave si era lasciato andare a una battuta, lamentandosi dicendo che «al Conclave si mangia male». E oggi, è preoccupato per i pasti che lo attendono dietro le porte chiuse della Sistina? «Non vado lì per mangiare», ride. «Ma certo che dopo la fumata bianca torneremo a mangiare bene!». Prima di salutare, un passante gli porge un paio di calzini con stampata una Madonna e gli chiede: «Mi promette che se viene eletto Papa li indossa?». Il cardinale li osserva, si fa serio un secondo, poi scoppia a ridere: «Oh, ma questi sono troppo piccoli per me!».

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