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India-Pakistan a rischio escalation, almeno 26 civili uccisi. La Cina prova a mettere pace. L’allarme della Turchia: «Così rischio guerra totale»

07 Maggio 2025 - 12:41 Ugo Milano
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Nessun commento ufficiale dagli Usa. Il primo ministro pakistano annuncia ritorsioni: «Il nostro esercito è stato autorizzato a rispondere»

Sono almeno 38 – di cui almeno 26 civili – le persone morte negli attacchi reciproci lanciati nella serata di ieri, martedì 6 maggio, da India e Pakistan in quello che gli esperti descrivono come il più grave scontro militare tra i due Paesi degli ultimi due decenni. A riaccendere la diatriba – che interessa soprattutto la regione contesa del Kashmir – è stato il governo indiano, che ha confermato di aver condotto un’operazione contro «obiettivi terroristici». Il comitato per la sicurezza nazionale del Pakistan, riunitosi oggi per una riunione urgente nella capitale Islamabad, invita «la comunità internazionale a riconoscere la gravità delle azioni illegali e immotivate dell’India». Il primo ministro Shehbaz Sharif ha fatto sapere inoltre che l’esercito pakistano è stato autorizzato «a intraprendere azioni corrispondenti» in seguito agli attacchi indiani, «in conformità con l’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite».

Pechino: «Pronti a ruolo per allentare le tensioni»

Mentre Islamabad promette ritorsioni per gli attacchi missilistici lanciati dall’India, il resto del mondo assiste col fiato sospeso e invita le due parti a trovare una soluzione diplomatica. Tra i primi a esprimersi c’è la Cina, che esprime rammarico e preoccupazione per gli attacchi indiani contro il Pakistan e invita a mostrare «moderazione». Lin Jian, portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, ha assicurato che la Cina è disponibile a intervenire in prima persona per allentare le tensioni tra India e Pakistan. «Siamo disponibili a lavorare insieme alla comunità internazionale e a continuare a svolgere un ruolo costruttivo nell’allentamento delle attuali tensioni», ha detto Lin.

La Turchia: «Rischio guerra totale»

A esprimere preoccupazione è anche la Turchia, secondo cui l’attacco compiuto ieri dall’India «ha creato il rischio di una guerra totale». In una nota pubblicata dal ministero degli Esteri, Ankara condanna «le azioni provocatorie e gli attacchi contro i civili e le infrastrutture» ed esprime «preoccupazione» per la situazione tra i due Paesi, esortando le parti «ad agire con buon senso». Il governo di Recep Tayyip Erdoğan appoggia inoltre «la richiesta del Pakistan di avviare un’indagine sull’attacco terroristico del 22 aprile». Anche l’Iran esprime «profonda preoccupazione per le crescenti tensioni militari tra India e Pakistan» e invita le parti a «esercitare moderazione».

Le reazioni di Usa e Ue

A più di dodici ore dai primi attacchi lanciati dall’India, dagli Stati Uniti non è arrivato un commento di condanna o una presa di posizione su quanto accaduto nella notte. Per l’Europa, sono Francia e Spagna le prime a reagire. Jean-Noël Barrot, ministro degli Esteri francese, ha invitato India e Pakistan a «dare prova di moderazione per evitare un’escalation e, naturalmente, per proteggere i civili». Mentre in un discorso al congresso, il premier spagnolo Pedro Sánchez ha invitato ad affrontare la crisi con «diplomazia, rivendicazione dell’ordine multilaterale e rivendicazione della pace». In giornata, anche la Commissione europea interviene, tramite un portavoce, nel corso dell’incontro quotidiano con la stampa: «L’Ue condanna il terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni. I responsabili devono essere assicurati alla giustizia. Esortiamo entrambe le parti a dar prova di moderazione e ad adottare misure immediate per favorire la de-escalation».

Foto copertina: EPA/Faisal Kareem | Un edificio distrutto dai bombardamenti indiani nel Punjab, in Pakistan, 7 maggio 2025

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