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Donald Trump e le deportazioni dei migranti in Libia: «Primo volo già oggi». L’offerta rifiutata da Zelensky sugli espulsi dagli Usa

07 Maggio 2025 - 14:49 Alba Romano
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L'escalation del programma di rimpatri. E il Messico prepara una legge ad hoc per vietare gli spot americani anti-immigrati

L’amministrazione di Donald Trump sta pianificando di inviare un gruppo di migranti in Libia a bordo di un aereo militare. Lo rivela il New York Times, che dice di aver parlato con una serie di funzionari governativi. Le nazionalità dei migranti non sono state rese note, ma il primo volo per la Libia – con a bordo migranti espulsi dagli Stati Uniti – potrebbe partire già nelle prossime ore. Si tratta, di fatto, di un’ulteriore escalation per il programma di deportazioni avviato dalla Casa Bianca, che ha scatenato ampie controversie legali e un intenso dibattito politico.

L’appello del Venezuela per la bambina di due anni rimasta negli Usa

Sempre a proposito di immigrazione, il Venezuela ha chiesto al governo americano la restituzione di Maikelys Antonella Espinoza, una bimba di due anni affidata a una famiglia adottiva negli Usa mentre la madre Yorley Inciarte Bernal è stata respinta nel Paese sudamericano la scorsa settimana. Il padre, Maiker Espinoza Escalona, è stato trasferito nel maxi-carcere di sicurezza Cecot in El Salvador. È attualmente detenuto con l’accusa di far parte dell’organizzazione criminale Tren de Aragua, senza processo. Ieri, 6 maggio, le agenzie di intelligence Usa hanno smentito un’affermazione del presidente Donald Trump, secondo cui la banda criminale Tren de Aragua (TDA) sarebbe legata al governo del presidente venezuelano Nicolas Maduro. Trump aveva utilizzato l’Alien Enemies Act (AEA) del 1798 per deportare persone che, a suo dire, erano membri della TDA in un carcere di massima sicurezza a El Salvador.

Il pressing su Zelensky per accettare i migranti espulsi

Per accelerare il ritmo delle espulsioni di migranti irregolari, Trump si sarebbe rivolto addirittura a Volodymyr Zelensky, chiedendogli di accettare un numero non meglio precisato di cittadini di altri Paesi deportati dagli Stati Uniti. Lo riporta il Washington Post, citando alcuni documenti che risalgono a inizio anno, nei primissimi giorni del secondo mandato di Trump. Secondo quanto rivelato da fonti ucraine, Kiev non ha accettato di accogliere i migranti deportati e non ci sono indicazioni che abbia mai preso in seria considerazione la richiesta.

Lo spot in Messico contro i migranti

Nel frattempo, continuano a far discutere gli spot pubblicitari americani anti-migranti trasmessi in Messico. In un nuovo spot compare Kristi Noem, segretaria per la Sicurezza interna degli Stati Uniti, esortare i migranti messicani che si trovano negli Usa ad auto-espellersi tramite l’app Cbp Home. Gli annunci hanno scatenato polemiche in Messico e hanno portato all’inserimento di articoli in una proposta di legge sulle telecomunicazioni che prevedono sanzioni – e persino il ritiro delle licenze di trasmissione – alle aziende che diffondono messaggi di propaganda di governi stranieri.

Foto copertina: EPA/Francis Chung | Il presidente americano Donald Trump dentro lo Studio Ovale, 6 maggio 2025

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